ROMA – Medaglia d’oro a Polizia per lotta a nazifascismo

La Medaglia d’oro al Merito civile illustra da oggi la bandiera della Polizia di Stato in memoria degli «appartenenti alla Pubblica Sicurezza con diversi gradi, ruoli e responsabilità che dal ’43 al ’45 si opposero al regime di occupazione ed alla legislazione razziale».
La solenne onorificenza è stata attribuita durante le celebrazioni per il 173esimo anniversario dalla fondazione del corpo avviate in piazza del Popolo alla presenza della presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dei presidenti di Senato e Camera, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana. Oltre 160 poliziotti caddero nella guerra di liberazione dal nazifascismo «sacrificando la vita per quei principi di libertà e giustizia sui quali sarebbe stata fondata la nostra Repubblica», ha dichiarato il numero uno della Polizia Vittorio Pisani, sottolineando come compito dei colleghi oggi in servizio sia «onorarli, ogni giorno, in ogni angolo del nostro territorio nazionale». Sulla stessa lunghezza d’onda si è posto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, enfatizzandone «spirito di abnegazione, senso di responsabilità, valore professionale e umano». In apertura di cerimonia è stato letto un messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha ricordato come «con professionalità ed equilibrio, umanità e competenza, le donne e gli uomini della Polizia vegliano sulla sicurezza della comunità nazionale, con generoso servizio ai cittadini, a presidio dei valori costituzionali, con sollecita azione per la coesione sociale». Un impegno per libertà e democrazia che, ha aggiunto, «affonda le sue radici nel coraggio di quanti, anche a costo della vita, seppero scegliere la causa del rispetto della persona umana e della libertà nella lotta di Liberazione». Tra quei poliziotti eroi ci furono anche “Giusti tra le Nazioni”. Come il commissario Giovanni Palatucci, in servizio a Fiume, che aiutò molti ebrei a mettersi in salvo e fu poi ucciso dai nazisti. Facendone memoria a febbraio, nel corso di un evento alla presenza del capo dello Stato, Pisani aveva spiegato che «mai nessuna condizione sociale, politica, religiosa o etnica potrà condizionare il nostro operato: il nostro compito è garantire le diversità, dando corpo al principio di uguaglianza sostanziale».