ISRAELE – Il nuovo piano per una tregua a Gaza

Dopo giorni di trattative sottotraccia, Israele ha trasmesso a Hamas — tramite l’intelligence del Cairo — una proposta per una tregua di 45 giorni in cambio della liberazione di dieci ostaggi vivi. Una proposta che si articola in più fasi: sospensione delle operazioni militari, ingresso di aiuti umanitari nella Striscia, scambi di prigionieri e una roadmap per il cessate il fuoco permanente.
Il gruppo terroristico palestinese ha confermato di aver ricevuto il documento e di voler rispondere entro 48 ore. Secondo alcuni media israeliani, il piano prevede il rilascio di Idan Alexander, ostaggio israelo-americano, come gesto iniziale verso Washington. Seguiranno altri scambi: cinque ostaggi in cambio di 66 detenuti condannati all’ergastolo e altri 611 reclusi provenienti da Gaza. Poi ulteriori rilasci, tra cui 16 ostaggi deceduti, e infine la discussione sul disarmo di Hamas e il futuro politico della Striscia.
Per una fonte della sicurezza israeliana, l’accordo potrebbe concretizzarsi entro due o tre settimane, ma restano distanze significative. «Israele chiede il rilascio di 9-10 ostaggi vivi, Hamas è pronta a rilasciarne 7-8, ma con condizioni che non possiamo accettare», ha dichiarato la fonte all’emittente Kan. A spingere verso l’intesa sarebbero anche pressioni militari e carenze logistiche all’interno della Striscia di Gaza: «Manca gas, il cibo scarseggia e la situazione non migliorerà».
Nell’enclave palestinese, la guerra continua: nel fine settimana Idf e Shin Bet hanno eliminato Muhammad al-Ajla, nuovo comandante del battaglione Shejaiya. È il quinto leader di quell’unità eliminato dall’inizio del conflitto. Al-Ajla, ha spiegato il portavoce militare, si occupava di rifornire i terroristi delle armi usate negli attacchi contro civili israeliani e soldati.
In Israele prosegue lo scontro tra governo e Shin Bet. Un funzionario del servizio di intelligence è stato arrestato con l’accusa di aver fatto trapelare documenti classificati al ministro della Diaspora Amichai Shikli e ai giornalisti Amit Segal e Shirit Cohen Avitan. Il sospetto ha ammesso la trasmissione dei materiali, ma ha negato che si trattasse di informazioni sensibili, riporta ynet.
Tra i documenti finiti nelle mani dei giornalisti, figurano dettagli sull’apertura di un’indagine interna dello Shin Bet su possibili infiltrazioni kahaniste nella polizia e una relazione completa sulla condotta dell’agenzia alla vigilia del 7 ottobre, mai resa pubblica.
Shikli ha definito l’agente «un eroe d’Israele», mentre il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich ha boicottato un briefing sulla sicurezza per protestare contro la presenza del capo dello Shin Bet, Ronen Bar. Quest’ultimo è stato rimosso dall’esecutivo guidato dal premier Benjamin Netanyahu, ma è ancora in carica su ordine della Corte suprema.