PALERMO – Al via i lavori della sinagoga

Sorgerà nei locali dell'ex Oratorio di Santa Maria del Sabato

Hanno preso il via in queste ore i lavori per la realizzazione di una sinagoga a Palermo nei locali dell’ex Oratorio di Santa Maria del Sabato, concesso in comodato gratuito dall’Arcidiocesi locale nel 2017 agli ebrei palermitani. Lavori coperti per intero dall’amministrazione cittadina e che trasformeranno l’edificio in uno spazio destinato ad accogliere il culto ebraico, come prevede un accordo sottoscritto lo scorso dicembre assieme a Ucei e Comunità di Napoli.
All’apertura del cantiere con la consegna delle chiavi alla ditta incaricata del restauro e del sito sono intervenuti tra gli altri il sindaco Roberto Lagalla, l’arcivescovo Corrado Lorefice, la presidente Ucei Noemi Di Segni, il rabbino capo di Napoli Cesare Moscati e Luciana Pepi, referente della Sezione palermitana della Comunità partenopea. Erano inoltre presenti alcuni esponenti della chiesa valdese, della comunità islamica e di altre confessioni religiose. «Palermo si riappropria di una propria caratteristica storica e millenaria che è quella della convivenza civile, della tolleranza e dell’integrazione», ha dichiarato tra gli altri il primo cittadino.
Non nasconde l’emozione Pepi, che è anche presidente dell’Istituto Siciliano di Studi Ebraici: «È un passaggio importante, in un momento storico difficile su tutti i fronti. Anche il dialogo ebraico-cristiano ha risentito degli effetti del 7 ottobre e noi oggi stiamo lanciando un messaggio di speranza, volto alla ripresa di un confronto costruttivo». Anche l’Istituto troverà casa nella sinagoga «e questo è senz’altro un valore aggiunto».
La sinagoga sorgerà in un’ex oratorio cattolico, ma l’area è comunque quella dell’antico quartiere ebraico. «Lo sappiamo da fonti certe. Come diari e testimonianze di viaggio, a partire da quella redatta dal rabbino Ovadià Bertinoro (1455 – 1516)», spiega Pepi. A detta dell’illustre ospite, che trascorse vari mesi a Palermo in attesa di proseguire verso la Terra d’Israele, «non aveva pari in tutto il mondo; i pilastri di pietra nel cortile esterno sono circondati da vigneti, il vestibolo dispone di tre ingressi e un portico in cui ci sono grandi sedie per il riposo, e una splendida fontana». E se i vigneti forse non torneranno, qualcosa di quel retaggio tornerà a popolare l’orizzonte dei palermitani. Già un saggio del 2021 su “Il risveglio dell’ebraismo Palermo”, pubblicato dalla Rassegna Mensile di Israel, Pepi scriveva che «la sopita e antica anima ebraica della Sicilia sta pian piano riprendendo forma». In un futuro prossimo avrà di nuovo una sinagoga per esprimersi con un potenziale ancora più grande.