BOLOGNA – Le bandiere della Resistenza celebrate in piazza

Sventolano alte, in piazza del Nettuno, le bandiere delle Brigate partigiane che ottant’anni fa liberarono Bologna dal nazifascismo. Bandiere consumate dal tempo, portate oggi dalle nuove generazioni: quelle della Brigata Maiella, della Brigata Friuli, delle formazioni partigiane bolognesi. E tra loro, visibile e simbolica, la bandiera della Brigata Ebraica, che con i suoi volontari accorsi dalla Palestina mandataria combatté a fianco degli alleati per la libertà dell’Italia. Vessilli onorati dal sindaco di Bologna, Matteo Lepore, con il conferimento di medaglie celebrative.
«Quelle bandiere raccontano la fatica e la speranza di chi ha lottato per libertà, pace, democrazia», ha affermato Anna Cocchi, presidente provinciale dell’Anpi. «Sono la forma e la testimonianza di come, uniti, si possano vincere i nemici peggiori come in quei lunghi 18 mesi, che hanno visto il sacrificio di tanti ragazzi e ragazze molto giovani».
Di memoria collettiva ha parlato il sindaco Lepore, ricordando il significato del muro dei caduti in piazza del Nettuno: «Quel muro era prima un luogo spontaneo, popolare. I cittadini vi attaccavano le foto dei propri cari barbaramente uccisi dal regime. Oggi è diventato un monumento ufficiale. Senza quella partecipazione dal basso, non ci sarebbe stata Liberazione. E senza memoria condivisa, non ci sarà futuro degno».
A prendere la parola è stato poi Daniele De Paz, presidente della Comunità ebraica di Bologna, che ha ricordato il contributo ebraico alla Resistenza. «Dopo l’8 settembre 1943 gli ebrei in Italia erano in pericolo di vita per il solo fatto di essere ebrei. Eppure, nonostante questo, molti di loro scelsero la via della lotta armata, partecipando attivamente alla liberazione del paese». Tra questi, De Paz ha ricordato i fratelli Lelio e Franco Cesana, quest’ultimo ucciso in azione pochi giorni prima del suo tredicesimo compleanno, divenuto il più giovane partigiano italiano caduto. Poi un pensiero alla Brigata ebraica. «Sotto la propria bandiera, oggi presente in questa piazza, la Brigata partecipò a operazioni decisive come lo sfondamento della Linea Gotica e la liberazione di numerose città del Nord e del Centro Italia, a fianco della Divisione Folgore».
Ma il contributo della Brigata non si fermò alla lotta armata. «Terminata la guerra, i suoi soldati si impegnarono nella ricostruzione delle comunità ebraiche devastate dalla Shoah, contribuendo alla rinascita morale e civile di un’Europa ferita. La loro presenza in piazza del Nettuno ci ricorda che la Liberazione è stata anche una storia di solidarietà internazionale, di speranza, di visione condivisa». Anche De Paz, come gli altri intervenuti, ha ricordato la morte di papa Bergoglio. «Ci uniamo al dolore per la perdita di papa Francesco che si inserisce in un giorno in cui la nostra città è in gioia e in azione sui temi della memoria. E forse non è un caso che nei prossimi anni, questo giorno, ricorderemo anche questo evento».