25 APRILE – Propal contestano Brigata ebraica a Roma

«Antifascisti sempre». È lo striscione dietro al quale si è aperto il momento di commemorazione organizzato dalle istituzioni ebraiche a Porta San Paolo, a Roma, nell’ottantesimo anniversario dalla liberazione dal nazifascismo. In testa al corteo, sfilato dal vicino cimitero militare alleato, una corona commemorativa di Ucei e Comunità ebraica romana. Imponenti le misure di sicurezza per separare il corteo da un presidio propal, dal quale si è levato il grido «Assassini! Assassini!» ed è stata lanciata più di una esortazione alla Intifada, l’insurrezione terroristica palestinese costata nel tempo la vita a migliaia di persone. In seguito, tra quei manifestanti, c’è stato anche chi ha sventolato la bandiera verde dei terroristi di Hamas.
Così il presidente della Comunità ebraica Victor Fadlun al memoriale di Porta San Paolo, prima che quest’ulteriore scempio si compiesse: «Nessuno potrà toglierci la libertà di onorare la Brigata Ebraica né i partigiani ebrei, insieme ai partigiani non ebrei e agli alleati che hanno liberato l’Italia». Il 25 aprile, ha proseguito Fadlun, è memoria, riconoscenza e identità. Ma è anche un confine: «Dopo il 7 ottobre è arrivata la solitudine, ma noi non arretriamo né permettiamo che la memoria venga ribaltata né usata contro di noi». Oggi, ha affermato la presidente Ucei Noemi Di Segni, «celebriamo la Liberazione» e i valori costituzionali che ne sono il frutto. Ma, ha poi aggiunto riferendosi al rumoroso presidio propal dall’altra parte della piazza, «in nome della libertà non è possibile né manifestare né insegnare l’odio a chiunque e ovunque». E in ogni caso «oggi è la festa italiana della Liberazione, non di altre pretese o pretestuose liberazioni». Un giorno di festa, «ma anche di responsabilità: ci preoccupa l’eco del passato abbinato ai moti di oggi, il ritorno di minacce di destabilizzazione di ogni libertà e democrazia; mi riferisco al fondamentalismo islamico e al terrorismo, che a pochi metri da qui si sta già organizzando per farsi sentire».
Nel corteo di Ucei e Comunità ebraica sono sfilate numerose bandiere italiane e vessilli della Brigata Ebraica, insieme ai volti di vari partigiani e antifascisti ebrei. Tra gli altri i fratelli Carlo e Nello Rosselli fatti uccidere dal fascismo nel 1937, mentre si trovavano in Francia; Enzo Sereni, eroe della Resistenza e del sionismo, assassinato a Dachau nel 1944; Rita Rosani, partigiana premiata con medaglia d’oro al valor militare, uccisa in combattimento negli stessi mesi. Nel suo intervento Fadlun ha reso omaggio a Piero Cividalli, 99 anni, ultimo reduce italiano della Brigata Ebraica. Mentre Di Segni ha auspicato per il futuro la presenza di un numero maggiore di giovani e il coinvolgimento delle scolaresche, «perché la memoria non può essere fatta solo da chi ha più di 50 anni o ricopre incarichi istituzionali». Sempre in tema, richiamando l’eroismo dei volontari della Brigata, Di Segni si è chiesta: «Quali giovani oggi hanno quella consapevolezza di dover difendere la loro patria e quella altrui? Non sono domande teoriche mentre ci troviamo nella tenaglia di due terribili guerre nell’est Europa e su sette confini di Israele».
I rappresentanti delle istituzioni ebraiche si sono poi recati in via Tasso, al Museo storico della Resistenza istituito nei locali in cui le SS fissarono il loro quartier generale e in cui vari esponenti della Resistenza furono imprigionati e sottoposti a torture. Era tra gli altri presente il sindaco Roberto Gualtieri, che nell’occasione del 25 Aprile ha lanciato un appello per onorare consapevolmente la memoria «di tutti coloro che si sono battuti per consegnarci un’Italia libera e democratica».
a.s.