TORINO – Convegno sul Talmud babilonese all’Università

Lunedì nelle sale della biblioteca universitaria Arturo Graf di Torino si è svolto un convegno inerente le vicende del Talmud babilonese: “Genesi, sviluppo e diffusione del principale corpus normativo e letterario del giudaismo rabbinico. Nascita morte e resurrezione di un testo difficile”. Il convegno, al quale hanno partecipato importanti specialisti, è stato corredato dall’esposizione di un prezioso Talmud della biblioteca universitaria di Torino. Il restauro del Talmud è stato effettuato presso il centro restauri della Venaria Reale. Il prezioso manoscritto, che sarà esposto sino al 30 aprile, appartiene al fondo di Paul Ernst Kahle (1875-1964), acquisito dall’Università di Torino nel 1966. Il fondo costituisce un punto di riferimento per gli orientalisti di tutto il mondo, per la preziosità delle opere, a stampa e manoscritte, oltre 300 in aramaico, ebraico arabo, turco, persiano, samaritano. Nel fondo torinese vi sono anche lettere, appunti, trascrizioni fotografie e microfilm. L’Università di Torino e la Regione Piemonte collaborano al progetto KADMOS (Kahle Documents Management, Organization and Study) per la conservazione e digitalizzazione delle opere e la messa a disposizione online di questi e altri documenti.
Il direttore del Dipartimento di studi Umanistici prof. Alessandro Mengozzi, e il professor Corrado Martone hanno voluto il convegno e la mostra, supportati dal lavoro della dottoressa Viviana Mandrile, responsabile dei servizi bibliotecari e della professoressa Chiara Pilocane, già Direttrice dell’Archivio Ebraico Terracini. È seguita una lectio del professor Piero Capelli dell’Università di Ca’ Foscari dal titolo “Pagine in cenere: nascita, morte e resurrezione di un testo difficile”. Le didascalie della professoressa Pilocane descrivono la storia del Talmud babilonese e accompagnano l’esposizione del manoscritto. La diffusione del Talmud fu ostacolata in tutta Europa, in quanto interpretato come opera intrinsecamente anticristiana, censurato, distrutto, messo al rogo, utilizzato esso stesso per i più terribili e spesso efferati scopi antisemiti. Attualmente sono rarissime le antiche stampe di questo importante corpo normativo rabbinico, che anche in Italia in questi ultimi anni viene rieditato nei suoi diversi volumi. La prima edizione completa in 44 volumi fu stampata a Venezia nel 1520 dallo stampatore fiammingo Daniel Bomberg e l’esemplare esposto a Torino fa parte di questa edizione, con i trattati Zevahim-Sacrifici e Bekhorot-Primogeniti. Per raggiungere queste sale antiche della biblioteca universitaria si attraversa la sala moderna, a disposizione di giovani e studiosi. Qua vi fra l’altro una targa in memoria di Emanuele Artom giovane studioso laureato in lettere, il cui fondo letterario è in parte qui conservato.
Bianca Bassi Disegni