ISRAELE – Yom HaAtzmaut, festa in tono minore per via degli incendi

Israele festeggia in queste ore Yom HaAtzmaut, il Giorno dell’indipendenza, a 77 anni dalla proclamazione dello Stato ebraico. Ma sono celebrazioni in tono minore e con quasi tutte le iniziative annullate (o rinviate di qualche ora) per via dei grandi incendi ancora in corso nel centro del paese.
Dopo alcune ore di blocco è stata riattivata la circolazione stradale tra Gerusalemme e Tel Aviv e i primi sfollati stanno tornando nelle loro abitazioni. Ma l’emergenza non è ancora rientrata e uomini e mezzi stanno combattendo contro vari roghi accesi, minacciosi anche per Gerusalemme, sostenuti nello sforzo dalla solidarietà di alcuni paesi intervenuti con l’invio di aerei e specialisti. Uno dei primi a impegnarsi in questo senso, riportano le cronache, è stata l’Italia. «A nome dello Stato d’Israele, vorrei ringraziare il governo italiano e la protezione civile per la pronta assistenza garantita ad Israele per l’emergenza incendi», ha scritto su X l’ambasciatore israeliano a Roma Jonathan Peled. «Un aiuto prezioso e provvidenziale, per cui esprimiamo sincera gratitudine. Un gesto speciale nell’anniversario del nostro giorno dell’Indipendenza». Sui cieli israeliani stanno volando aerei ed elicotteri giunti allo scopo anche da Francia, Croazia e Cipro, mentre sono al momento 18 le persone in stato d’arresto con il sospetto di avere appiccato i fuochi. Non è esclusa l’ipotesi terroristica dopo gli appelli di Hamas a “bruciare tutto”.
Nelle scorse il primo ministro Benjamin Netanyahu ha diffuso un videomessaggio dedicato a Yom HaAtzmaut e alle tante sfide aperte per Israele, dalla lotta al terrorismo su vari fronti alla liberazione degli ostaggi a Gaza. «Nel nostro inno nazionale», ha dichiarato Netanyahu, «cantiamo la realizzazione della speranza di essere una nazione libera nella nostra terra, la Terra di Sion e Gerusalemme». Pertanto, ha aggiunto il premier, «continueremo a combattere per la nostra libertà, continueremo a combattere e a proteggere la nostra patria, perché abbiamo una sola casa». Una casa, ha specificato, «per gli ebrei e per i nostri fratelli drusi, cristiani, musulmani, beduini, circassi: tutti sono cittadini di Israele». In un successivo intervento, parlando della guerra a Gaza, Netanyahu ha sottolineato che la liberazione degli ostaggi «è un obiettivo molto importante, ma non l’obiettivo supremo: quello è la vittoria sui nostri nemici e la otterremo».

(Foto: KKL)