LA STORIA – Hava Nagila, un brano di speranza

«Rallegriamoci, rallegriamoci, rallegriamoci e siamo felici. Cantiamo, cantiamo, cantiamo e siamo felici. Svegliatevi, svegliatevi fratelli! Svegliatevi fratelli, col cuore felice. Svegliatevi fratelli, svegliatevi fratelli! Col cuore felice».
Poche e semplici parole danno il ritmo a Hava Nagila, uno dei brani più celebri del repertorio musicale ebraico. Prima della sua strumentalizzazione ad arte sul palco romano del primo maggio, ben altri interpreti rispetto ai “Patagarri” si sono avvicinati a questa iconica canzone scritta dal musicologo ed etnologo Abraham Zevi Idelsohn (1882-1938), germogliata in ambienti chassidici ucraini e poi adottata a stretto giro dagli abitanti dell’Yishuv (l’insediamento ebraico nella Palestina mandataria prima della nascita di Israele) come un proprio inno. Tra gli altri ne fu affascinato Bob Dylan, che in una sua reinterpretazione del 1962 inserì nell’esecuzione il suono dell’armonica. E prima di lui artisti del calibro di Harry Belafonte e Miriam Makeba, che contribuirono alla risonanza internazionale del brano. Il primo lo registrò nel suo album Belafonte at Carnegie Hall del 1959.
Hava Nagila, nel corso degli anni, è risuonata in quasi ogni contesto possibile. Perfino alle Olimpiadi. Ai Giochi del 2012 di Londra, la ginnasta statunitense Alexandra Raisman si impose nel corpo libero su quelle note a lei familiari anche in quanto ebrea e che scelse anche come omaggio alle vittime israeliane della strage palestinese ai Giochi di Monaco di cui cadeva in quei giorni il 40esimo anniversario. Saul Dreier, un sopravvissuto alla Shoah, poi fondatore della Holocaust Survivor Band ancora attiva in ambito musicale, si aggrappò al suo messaggio di speranza anche nell’orrore del campo di sterminio, quando la musica gli diede la forza di guardare avanti. «Alzai un cucchiaio e cominciai a picchiettare», ha raccontato in una intervista in occasione di una campagna #WeRemember del World Jewish Congress. E, tra tanti brani, picchettò proprio Hava Nagila.

a.s.