ISRAELE – Gli Huthi nel mirino ma Hamas resta il primo obiettivo
Colpito l'aeroporto internazionale di Sana'a

L’aviazione israeliana ha colpito per la seconda volta in 24 ore obiettivi strategici in Yemen in risposta all’ultima aggressione degli Huthi contro l’aeroporto Ben Gurion, dove un attacco missilistico ha causato diversi feriti. Per la prima volta dall’inizio del conflitto, i caccia israeliani hanno preso di mira l’aeroporto internazionale di Sana’a, ora non più operativo, dopo aver avvisato la popolazione civile di evacuare l’area.
È la seconda fase di un’offensiva più ampia, cominciata con il bombardamento del porto di Hodeidah. Gli attacchi mirano a neutralizzare le infrastrutture operative degli Huthi, considerati il braccio iraniano nel sud della penisola arabica. Secondo l’ufficio del portavoce militare israeliano, l’aeroporto di Sana’a era utilizzato per il trasferimento di armi e combattenti, ed era regolarmente impiegato dal regime Huthi per finalità terroristiche.
Tra gli altri obiettivi colpiti, anche diverse centrali elettriche nei pressi della capitale e una fabbrica di cemento a nord di Sana’a, ritenuta cruciale per la costruzione di tunnel e infrastrutture militari sotterranee. Secondo l’intelligence israeliana, lo stabilimento rappresentava un nodo strategico tanto per l’economia del regime quanto per il suo potenziale bellico.
Sul fronte di Gaza, Hamas ha dichiarato di non voler più trattare una tregua, accusando Israele di condurre una “guerra della fame” contro la popolazione palestinese. I negoziati mediati a livello internazionale sono ormai in stallo, mentre il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato che l’esercito manterrà il controllo sui territori conquistati nella Striscia fino alla sconfitta completa di Hamas e alla liberazione degli ostaggi. La nuova fase dell’offensiva, denominata “Carri di Gedeone”, prevede l’evacuazione forzata di ampie porzioni della popolazione di Gaza e la creazione di zone “libere da Hamas” e sotto controllo israeliano.
Secondo l’analista militare di Yedioth Ahronoth, Ron Ben Yishai, l’operazione israeliana si articolerà in tre fasi, combinando leve militari, civili e politiche, con l’obiettivo di esercitare pressione su Hamas perché accetti un accordo per il rilascio degli ostaggi, e allo stesso tempo per annientarne la capacità militare e governativa. Ogni fase offre al gruppo terroristico un’occasione per fermarsi e negoziare. In caso di rifiuto, le Idf procederanno nella loro missione fino a una presenza militare stabile e prolungata nella Striscia. La strategia israeliana punta a isolare Hamas dalla popolazione civile, impedendole di reclutare e finanziarsi tramite gli aiuti umanitari. Il successo dell’intero piano, osserva Ben Yishai, dipenderà anche dal sostegno politico internazionale.