TORINO – Trenta opere, un viaggio per la pace

Al polo artistico e culturale Le Rosine di Torino (Via Plana 8/c) è stata inaugurata “Un Viaggio per la Pace. L’Arte come Riflessione e Rinascita”, mostra a cura di Ermanno Tedeschi e Vera Pilpoul che valorizza l’opera di artisti italiani e israeliani, inglesi e iraniani, palestinesi e drusi. Tanti i presenti, tra cui politici e amministratori locali, il rabbino capo della città Ariel Finzi e il vicepresidente Ucei Giulio Disegni.
Le trenta opere in mostra (sarà visitabile fino al 9 giugno) spaziano tra pittura, scultura, fotografia, videoarte e disegno. Parlano di dolore e fragilità, ma anche di rinascita e trasformazione. A unirle un comune richiamo alla pace e alla speranza. Come emerge tra le altre dalla fotografia di Ronit Keret, che assurge a simbolo dell’iniziativa, dove le mani di quattro donne di quattro religioni diverse si stringono una all’altra con lo sfondo bianco e azzurro di un cielo che che alterna nuvole e sereno. Altre opere descrivono simboli di pace, come l’ulivo di Arie Berkowitz o le pecore di Menashe Kadishman e Smadar Har-ziv, che evoca emozioni e memoria collettiva. Nell’intento dei curatori, l’obiettivo dell’allestimento è dimostrare che la pace non è semplicemente l’assenza di conflitto ma «un autentico modello di vita» da abbracciare e coltivare per prevenire ogni forma di violenza. «Nei momenti di crisi», racconta l’israeliana Pilpoul, «l’arte diventa rifugio e al tempo stesso trampolino verso la speranza, perché dà voce a ciò che spesso è indicibile e permette di ricostruire un senso, anche laddove tutto sembra perduto».