FIRENZE – La Comunità segue iniziativa “It’s time”. Fink: «Ascoltare tutti»

L’iniziativa della coalizione It’s time a Gerusalemme è stata commentata in presa diretta a Firenze, nei locali della Comunità ebraica, dove si è svolta una proiezione in streaming dell’evento a cura della sezione locale di Sinistra per Israele con il sostegno della Comunità stessa.
«Parlare di pace e compromessi è rivoluzionario. Molto più di alcuni slogan vecchi che spesso si sentono nelle piazze», ha dichiarato il presidente della Comunità ebraica fiorentina Enrico Fink, lanciando in apertura d’incontro l’allarme sulle parole polarizzanti che inquinano il dibattito pubblico sul Medio Oriente. «Il fatto che questa iniziativa si tenga in Comunità è un segnale. C’è chi nell’evento di Gerusalemme si ritroverà e chi invece no, ma noi siamo aperti al confronto e al riconoscimento dei diritti. Perché entrambi i popoli sono portatori di ragioni, differenze e torti».In quest’ottica Fink ha auspicato che il mondo che si definisce progressista «faccia lo sforzo di non accontentarsi di una visione superficiale del conflitto». Alle “parole malate” che avvelenano il confronto ha fatto riferimento anche Marco Pierini di Sinistra per Israele, accusando quegli ambienti «in cui si scambia la critica per la guerra con la demonizzazione di un intero popolo». Pierini ha inoltre invitato a prestare attenzione «al fenomeno inedito dei palestinesi che manifestano contro Hamas: è molto facile farlo a Tel Aviv, molto più difficile a Gaza». Sara Natale, di Sinistra per Israele, ha sottolineato la difficile sfida di tenere insieme tanti pezzi e tante prospettive, mentre soffia con forza il vento «dell’israelofobia». Gadi Piperno, rabbino capo della città, ha ricordato l’importanza di «mettersi nei panni» e «andare nei luoghi» per fare un passo avanti nella comprensione di una realtà articolata e complessa. Segnali positivi anche in questo momento difficile comunque non mancano, ha spiegato il rav, perché anche a Gerusalemme «ebrei e arabi continuano a vivere insieme», impegnandosi ogni giorno per alimentare lo spirito della convivenza. E quindi «non bisogna perdere la fiducia» e continuare anche dall’Italia «a fare la nostra parte».
a.s.