MODENA – I sacerdoti che salvarono e il dovere di ringraziare

Il progetto “Bene, gratitudine, memoria” nasce dall’amicizia tra la professoressa Enrica Talà e don Luca Bandiera. Si propone di presentare alcuni ecclesiastici coinvolti nelle azioni di salvataggio a favore degli ebrei italiani e stranieri durante gli anni della persecuzione e di portare al tempo stesso alla luce storie di riconoscenza da parte dei salvati, perché ringraziare e riconoscere il bene è un dovere etico e spirituale.
Il progetto prevede una collaborazione tra le Chiese diocesane e le Comunità ebraiche ed è stato presentato a Modena il pomeriggio del 7 maggio. Nell’occasione Talà ha presentato le figure di don Elio Monari e don Roberto Angeli; don Stefano Violi ha ricostruito la rete sacerdotale modenese di soccorso agli ebrei nel 1943-1944; e Sara Torresan ha parlato di Gino Friedman e Angelo Donati. A queste relazioni sono seguite le testimonianze di Sandra Eckert Crema e di Marta Affricano. La sala era piena, interessata e attenta; non sono mancati momenti di commozione.
Talà e don Bandiera si propongono di ripetere l’iniziativa in altre città italiane, a iniziare dalla Toscana, convinti dell’importanza di riscoprire e far conoscere, in particolare alle giovani generazioni sacerdoti, religiose e semplici laici e laiche che nei momenti di supremo pericolo seppero essere testimoni delle “realtà penultime” salvando vite umane a rischio della propria vita. Come scriveva rav Elio Toaff in Perfidi giudei, fratelli maggiori, «nel periodo delle leggi razziali e della guerra, quando per gli ebrei pareva non ci fosse più salvezza, furono proprio i preti, quelli più semplici e modesti, che iniziarono a dimostrare ai perseguitati la loro solidarietà generosamente, con i fatti e non con le parole».
Altro aspetto importante è quello di ascoltare voci ebraiche di riconoscenza da parte degli ultimi testimoni. La hakarat ha-tov, il riconoscere il bene, il ringraziare, il ricordare i benefici ricevuti permeano la vita spirituale e religiosa ebraica anche nella quotidianità. La gratitudine è un principio etico fondamentale da rispettare anche nella vita sociale.
«La vita e la morte ti ho posto dinanzi, la benedizione e la maledizione: scegli dunque la vita, perché tu viva, tu e la tua progenie» (Dt 30,19). Esiste il male, ne facciamo dolorosa esperienza anche ai nostri giorni, ma esiste anche il bene, e sta a noi scegliere a quale dei due dare più forza.
Marco Cassuto Morselli, presidente della Federazione delle Amicizie Ebraico-Cristiane