EUROPA – Il parlamento Ue congela i fondi all’Anp: «Testi scolastici insegnano l’odio»

Da sei anni il Parlamento europeo chiede all’Autorità nazionale palestinese di eliminare dai testi scolastici che fornisce ai suoi studenti ogni istigazione all’odio e alla violenza contro Israele e gli ebrei. Da sei anni l’Anp disattende questa richiesta, nonostante l’Unione europea sia uno dei suoi principali finanziatori. Ora, il tempo della pazienza sembra essere finito.
Con 443 voti a favore, 202 contrari e 21 astenuti, l’Europarlamento ha approvato a inizio maggio una risoluzione che dispone il congelamento dei fondi destinati all’Anp fino a quando i contenuti scolastici non saranno riformati in conformità con gli standard dell’Unesco. Si tratta della sesta condanna formale in sei anni, ma la prima accompagnata da una sospensione effettiva degli aiuti.
Per la prima volta, Strasburgo ha anche fissato una scadenza concreta: i contenuti scolastici dovranno essere corretti entro l’inizio del prossimo anno scolastico, previsto per settembre 2025. In assenza di riforme, i fondi resteranno bloccati e l’Unione europea sarà chiamata a ridistribuire il proprio sostegno tramite canali alternativi.
Al centro della controversia ci sono i libri di testo usati nelle scuole palestinesi – sia dell’Anp che dell’Unrwa – accusati di contenere incitamento alla violenza, glorificazione del terrorismo e antisemitismo. Secondo un rapporto pubblicato a marzo 2025 dall’istituto di ricerca IMPACT-se, invece di migliorare, la situazione è peggiorata: una nuova versione del curriculum adottata a Gaza e in Cisgiordania promuove apertamente il jihad, celebra i “martiri” del terrorismo, e presenta Israele come un’entità da cancellare.
«È nostro dovere assicurarci che il denaro dei contribuenti europei promuova la coesistenza e il rispetto dei diritti umani, non l’odio e la violenza», ha affermato Niclas Herbst, eurodeputato tedesco del Partito popolare europeo e presidente della Commissione bilancio del Parlamento europeo.
Oltre all’Autorità palestinese, anche l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Urnwa) è finita sotto accusa, soprattutto dopo le rivelazioni sul coinvolgimento di alcuni suoi dipendenti negli attacchi del 7 ottobre compiuti da Hamas. Strasburgo ha chiesto che i fondi destinati all’Urnwa siano ridestinati ad agenzie umanitarie considerate affidabili come l’Oms, l’Unicef e il Programma Alimentare Mondiale.