FIRENZE – Lotta all’antisemitismo, 40 dirigenti scolastici sui banchi di scuola

Circa 40 dirigenti scolastici da tutta la Toscana hanno preso parte a un percorso di formazione sul tema “Conoscere, prevenire e intervenire per contrastare il razzismo e l’antisemitismo a scuola” promosso dall’Ufficio Scolastico Regionale insieme all’Università degli Studi di Firenze e allo Yad Vashem, il Memoriale della Shoah di Gerusalemme. L’iniziativa da poco conclusa dopo tre incontri online e uno in presenza «è stata la prima del suo genere in Italia e ci ha permesso di svolgere una prima valutazione su cosa funziona e cosa invece può essere migliorato in ambito scolastico», racconta la professoressa Silvia Guetta, docente di Pedagogia generale e sociale dell’ateneo fiorentino e ideatrice del progetto.

Silvia Guetta: La percezione del pregiudizio è “annacquata”

Nel merito, spiega, sono emerse varie criticità. Perché se da un lato i dirigenti scolastici hanno riconosciuto il proprio ruolo «nel creare un ambiente inclusivo e rispettoso, nel formare e sensibilizzare il personale, nel promuovere l’educazione ai diritti umani e alla cittadinanza attiva, nel monitorare e intervenire su episodi di intolleranza o razzismo», dall’altro la percezione generale dell’antisemitismo degli stessi è definita da Guetta «annacquata, senza una sensibilità specifica, ritenuta in genere una declinazione del bullismo». Queste almeno le impressioni ricavate all’inizio del corso, quando i dirigenti scolastici si sono sottoposti ad alcuni quesiti poi elaborati in un’analisi critica. C’è quindi molto lavoro da fare, sostiene la docente, perché «malgrado la diffusione delle linee guida sul contrasto all’antisemitismo da parte del ministero, l’impressione è che ben pochi tra i dirigenti scolastici le conoscano, così come non è in genere conosciuta la definizione di antisemitismo dell’Ihra». In questo senso «l’intenzione è di avviare un tavolo di coordinamento per avviare un discorso specifico sull’antisemitismo: serve al riguardo una formazione che affronti non soltanto la Memoria della Shoah, ma copra anche il bisogno di conoscenza della realtà ebraica in modo più ampio». Una formazione strutturata ma flessibile, «coerente con l’autonomia scolastica e centrata su strumenti concreti». La richiesta di approfondimenti dei partecipanti è stata nella misura del 68% per «strategie educative per contrastare l’odio», mentre il 57% vorrebbe aumentare le proprie competenze su «antisemitismo online e nei social media».

a.s.