ISRAELE – Nuova fase offensiva e nuovi aiuti umanitari a Gaza

Nel pieno della nuova offensiva Carri di Gedeone, Israele ha deciso di ripristinare gli aiuti umanitari alla Striscia di Gaza, dopo oltre due mesi di blocco totale. La mossa, disposta dal primo ministro Benjamin Netanyahu senza votazione in gabinetto, arriva dopo forti pressioni americane e su richiesta dell’esercito, scrivono i media locali.
«Israele consentirà l’ingresso di una quantità base di cibo per prevenire una crisi umanitaria», ha spiegato l’ufficio del capo del governo. Determinante per questo passo, scrive ynet, l’allarme lanciato dal maggiore generale Rassan Alian, che nelle ultime 24 ore ha avvertito l’esecutivo: «Il cibo finirà entro il 21 maggio. Se non interveniamo ora, anche l’operazione militare dovrà fermarsi». Secondo Ynet, Alian ha anche risposto al ministro Itamar Ben Gvir – contrario alla riapertura – spiegando che «l’accesso ai magazzini è quasi impossibile» per la popolazione ed è necessario intervenire per evitare una carestia.
La distribuzione sarà gestita da organizzazioni internazionali e aziende americane, senza il coinvolgimento diretto di Israele né il controllo di Hamas. Una gestione provvisoria, in attesa che entri in funzione la Gaza Humanitarian Foundation, un meccanismo coordinato da Washington e Gerusalemme, pensato per distribuire gli aiuti in modo sicuro e senza interferenze da parte di Hamas.
Sul fronte dei negoziati, l’inviato speciale americano Steve Witkoff ha proposto un cessate il fuoco di circa due mesi in cambio del rilascio di 9-10 ostaggi. Nell’intesa ci sarebbe anche la scarcerazione di 300 detenuti palestinesi. Hamas ha respinto l’iniziativa, ribadendo di volere la fine della guerra con garanzie internazionali.
Sul fronte militare, l’operazione israeliana è entrata in una nuova fase, con cinque divisioni impegnate dentro Gaza. «Divideremo la Striscia, sposteremo la popolazione e avanzeremo fino alla sconfitta di Hamas», ha affermato il portavoce militare Effie Defrin.