PAPA – Non dimenticare gli ostaggi, rafforzare il dialogo: il messaggio delle Comunità ebraiche a Leone XIV

Una spilla con il fiocco giallo della campagna «Bring Them Home» e un appello alla pace, alla liberazione degli ostaggi e alla lotta contro l’antisemitismo.
È il messaggio che Milo Hasbani, vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, ha portato a papa Leone XIV durante l’incontro con i rappresentanti delle altre fedi religiose, organizzato dal Vaticano il giorno successivo alla cerimonia d’insediamento.
Nel corso dell’incontro, al quale hanno preso parte anche rappresentanti dell’ebraismo italiano e internazionale – tra cui il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, il presidente della Comunità ebraica della capitale, Victor Fadlun e, in rappresentanza del B’nai B’rith, Paolo Foà – Hasbani ha sottolineato l’urgenza di un impegno condiviso sui temi della pace, del dialogo e del contrasto all’antisemitismo. Al papa ha poi consegnato una spilla con il fiocco giallo, simbolo della campagna internazionale per la liberazione degli ostaggi israeliani ancora prigionieri a Gaza.
Nel suo primo discorso da pontefice rivolto ai rappresentanti delle religioni mondiali, Leone XIV – al secolo Robert Francis Prevost – ha riportato al centro il dialogo ebraico-cristiano. «A motivo delle radici ebraiche del cristianesimo, tutti i cristiani hanno una relazione particolare con l’ebraismo», ha ricordato il papa, richiamando la Dichiarazione conciliare Nostra aetate, di cui ricorre quest’anno il 60esimo anniversario. Un documento che, ha proseguito Leone XIV, «sottolinea la grandezza del patrimonio spirituale comune a cristiani ed ebrei, incoraggiando alla mutua conoscenza e stima. Il dialogo teologico tra cristiani ed ebrei rimane sempre importante e mi sta molto a cuore. Anche in questi tempi difficili, segnati da conflitti e malintesi, è necessario continuare con slancio questo nostro dialogo così prezioso».
Parole che arrivano in un momento segnato da tensioni tra ebraismo e Chiesa cattolica. Negli ultimi mesi, le relazioni si sono incrinate a causa delle ripetute critiche rivolte da papa Francesco a Israele per la sua condotta militare a Gaza. Dichiarazioni percepite da Gerusalemme e dal mondo ebraico come sbilanciate e poco sensibili al contesto del terrorismo di Hamas, che hanno generato amarezza e raffreddato il dialogo interreligioso.
Le parole di Leone XIV sono apparse come un’apertura positiva e sono state accolte con favore da Hasbani. Unica nota stonata, ha aggiunto il vicepresidente Ucei, è stato il passaggio sulla situazione a Gaza contenuto nel discorso inaugurale in piazza San Pietro. «Ero presente domenica e il mancato riferimento al dramma degli ostaggi in mano a Hamas è stato l’unico punto critico», ha sottolineato.
Un’assenza tanto più significativa se si considera che, nella sua prima uscita pubblica dopo l’elezione, Leone XIV aveva invece richiamato la questione dei rapiti, invocandone il rilascio immediato.
A quelle parole ha fatto riferimento anche il presidente dello Stato di Israele, Isaac Herzog, presente in Vaticano per la cerimonia. Nel breve saluto con il papa, lo ha ringraziato per aver ricordato gli ostaggi e lo ha incoraggiato a proseguire sul terreno del dialogo interreligioso. Ha colto inoltre l’occasione per invitarlo ufficialmente a visitare la Terra Santa.
In piazza San Pietro, Herzog indossava un adesivo con il numero dei giorni di prigionia degli ostaggi: 590 (oggi 591).
d.r.