ROMA – Il Novecento delle donne, la mostra al museo ebraico

Un percorso tra immagini, biografie e frammenti di storia per raccontare il ruolo delle donne nel Novecento. È la proposta della mostra Donne. Storie di donne che hanno influenzato il mondo, ospitata al Museo Ebraico di Roma fino al 1° settembre 2025. L’esposizione, realizzata in collaborazione con l’Ambasciata della Repubblica Slovacca, l’Istituto Slovacco e il Museo della Cultura Ebraica di Bratislava, si inserisce nel programma per l’ottantesimo anniversario della fine della Seconda guerra mondiale.
Curata da Michal Vanek, Olga Melasecchi, Lia Toaff e Michelle Zarfati, la mostra mette al centro figure femminili ebree, italiane e slovacche, che hanno attraversato esperienze estreme come la Shoah e poi contribuito in modo concreto al proprio tempo, in ambiti diversi: dalla scienza alla cultura, dalla moda all’attivismo. «Sono storie che parlano di sopravvivenza, ma anche di iniziativa, capacità, responsabilità», ha spiegato Melasecchi, sottolineando anche l’importanza della collaborazione tra istituzioni italiane e slovacche che ha reso possibile l’allestimento.Accanto a nomi noti come Rita Levi-Montalcini, Elsa Morante e Franca Valeri, compaiono anche profili meno celebrati, come quello della stilista Roberta di Camerino o della poeta e patriota Amelia Rosselli. Ogni pannello restituisce un volto e una traiettoria, mostrando come il contributo femminile abbia attraversato silenziosamente – ma in modo decisivo – la storia. A ricordarlo è stato anche Victor Fadlun, presidente della Comunità Ebraica di Roma: «Questa mostra non è solo un omaggio. È un’occasione per chiederci cosa stiamo facendo oggi perché queste storie non rimangano isolate.»
Il filo della memoria si intreccia anche con la tradizione, come ha ricordato il rabbino capo Riccardo Di Segni, soffermandosi su una scritta all’ingresso del museo che riporta una benedizione della liturgia romana del sabato: un omaggio alle donne che realizzano i tessuti rituali destinati a rivestire i rotoli della Torah. Un gesto che testimonia una continuità tra il ruolo femminile nella tradizione e la presenza attiva nella società contemporanea. Alcune di queste figure, ha osservato, sono riuscite «a capovolgere per tanti aspetti la storia del mondo».
Nel suo intervento, l’ambasciatrice della Slovacchia, Karla Matiasko Wursterová, ha collegato le storie esposte a una riflessione sull’Europa di oggi: «In un tempo in cui l’antisemitismo e l’odio tornano a manifestarsi, la memoria non basta da sola. Dobbiamo costruire strumenti duraturi contro l’intolleranza. E l’istruzione resta il più efficace».
Tra le protagoniste della mostra, la senatrice Liliana Segre ha inviato un messaggio di gratitudine per essere stata affiancata a figure femminili che hanno segnato il Novecento. «Ripercorrere questi destini è un modo per attuare davvero il principio di uguaglianza. Dare corpo alla memoria aiuta a tenere viva la democrazia», ha affermato. Accanto a lei, la voce di Ruzena Bajcszy, 92 anni, pioniera dell’informatica e della robotica, ha portato la testimonianza di chi ha attraversato il secolo unendo la memoria dell’Europa ebraica alla ricerca scientifica.
d.r.