ISRAELE – Netanyahu sceglie il nuovo capo dello Shin Bet
Il primo ministro non consulta le Idf e ignora la Corte Suprema

Il maggiore generale David Zini è il nuovo capo designato dello Shin Bet. L’annuncio, arrivato giovedì sera direttamente dall’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu, ha provocato una rottura tra il governo e i vertici delle Forze di Difesa Israeliane (Idf) e segnato l’ennesimo braccio di ferro tra l’esecutivo e la Corte Suprema. La nomina è avvenuta senza il preventivo coinvolgimento del capo di stato maggiore, Eyal Zamir, che ha appreso della decisione solo pochi minuti prima della sua pubblicazione ufficiale.
Zini, a capo del Comando Addestramento, è stato subito congedato dal suo ruolo. L’esercito ha inizialmente parlato di congedo disciplinare per aver agito alle spalle del capo di stato maggiore, salvo poi correggere la versione e parlare di un addio “concordato”.
Veterano delle unità Sayeret Matkal ed Egoz, Zini ha comandato la Brigata Golani. Nel 2015 è stato scelto per fondare e guidare la nuova Brigata Commando, un’unità d’élite che riunisce alcune delle forze speciali più prestigiose delle IdfF. L’unità era stata creata per condurre operazioni complesse e in profondità oltre le linee nemiche. Durante l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, Zini ha combattuto in prima linea nei pressi del kibbutz Mefalsim, guidando direttamente i soldati e contribuendo a fermare l’assalto dei terroristi palestinesi.
La sua nomina a capo dell’agenzia di sicurezza interna avviene in un momento di massima tensione istituzionale: la Corte Suprema ha appena annullato il licenziamento dell’ex direttore Ronen Bar. I giudici hanno definito illegittima la procedura adottata dal governo Netanyahu e hanno sottolineato il conflitto d’interessi del primo ministro, coinvolto nel cosiddetto “Qatargate”, un’inchiesta su presunti pagamenti da parte del Qatar a suoi stretti collaboratori per influenzare i media israeliani a favore degli interessi di Doha. A condurre l’inchiesta era stato lo Shin Bet sotto la direzione del licenziato Bar.
I media israeliani sollevano ulteriori criticità sulla nomina di Zini. In particolare, il modo in cui è maturata la scelta ha fatto discutere: durante una visita alla base di Tzeelim, Netanyahu avrebbe convocato Zini nella sua auto per un colloquio riservato durato oltre un’ora. Nessuna consultazione con il capo di stato maggiore Zamir, nessuna procedura ufficiale. Lo sgarbo istituzionale ha portato all’immediata frattura con la leadership militare. Zini stesso ha poi ammesso di non essere stato formalmente candidato o intervistato per il ruolo, ma semplicemente “scelto” dal premier.
Religioso osservante, padre di undici figli, residente nel moshav di Keshet sulle alture del Golan, Zini è legato alla corrente del sionismo religioso. In passato, Netanyahu aveva rifiutato di nominarlo come proprio segretario militare, definendolo “troppo messianico”, riportato i media locali. La sua promozione ora viene letta da molti analisti come una mossa per rafforzare il controllo del primo ministro sullo Shin Bet, uno degli organi chiave della sicurezza israeliana.
L’ufficio del premier ha precisato che Zini non avrà alcun coinvolgimento nelle indagini sul Qatargate.
Secondo la procedura, la nomina del nuovo capo dello Shin Bet dovrà essere esaminata dalla Commissione Grunis, che valuta integrità e idoneità dei candidati a incarichi pubblici. La commissione deve però essere ricostituita a causa di conflitti d’interesse tra i suoi membri e incarichi vacanti. Solo dopo il suo parere, la nomina potrà essere approvata formalmente dal governo.
(Foto – Ufficio primo ministro d’Israele)