ROMA – Dialogo e speranza, presentato ultimo numero Avinu

«Il dialogo ebraico-cristiano non si rifugia, in questi tempi bui, solo nella filologia o nell’esegesi, ma mette al servizio della pace e dell’unità tra i popoli e gli stati la cultura biblica, l’esperienza storica, la sensibilità interreligiosa».
Lo scrive la professoressa Milena Santerini, già coordinatrice nazionale per la lotta all’antisemitismo, nell’editoriale che apre il quarto numero della rivista per il dialogo ebraico-cristiano Avinu (ed. Castelvecchi). La pubblicazione diretta da Massimo Giuliani e presentata a Roma alla Casa della Memoria e della Storia mette al centro dell’ultima uscita i 60 anni dalla dichiarazione Nostra Aetate. E se Giuliani, docente di pensiero ebraico, è autore di uno studio sulla ricezione del documento vaticano nel mondo ebraico, un rabbino (Ariel Di Porto) e un vescovo (Ambrogio Spreafico) declinano il significato del giubileo per le rispettive tradizioni religiose, mentre tra gli altri lo studioso cattolico Brunetto Salvarani propone una riflessione teologica sulla speranza. Quello della speranza è un concetto spesso ricorrente tra le pagine di Avinu. «Ricordare il giubileo significa riaffermare il valore di una società radicata nella dignità umana e nella responsabilità collettiva, in cui la spiritualità e l’etica si intrecciano, per costruire un futuro più giusto e armonioso», scrive Di Porto. «Anche nei tempi difficili», sostiene Spreafico, «abbiamo bisogno che qualcuno si faccia messaggero e profeta, per risvegliare l’umanità alla speranza di un tempo in cui si torni a vivere insieme avendo fiducia». È la speranza, sostiene Santerini, che «può nutrire questo anno difficile». Ed è una speranza fondata sulla necessità «di scavare nelle radici, proprio quando la storia corre tragicamente veloce».