GERUSALEMME – Religiosi di fedi diverse in marcia per la speranza

Rabbini di tutte le correnti insieme a religiosi cristiani e musulmani e di altre fedi hanno animato a Gerusalemme la “Interfaith March in Jerusalem for Human Rights and Peace” sfilata nel pomeriggio di mercoledì da piazza Sion alla porta di Giaffa. Tra loro c’era David Rosen, già direttore degli affari interreligiosi dell’American Jewish Committee e attuale consulente interreligioso presso la Abrahamic Family House di Abu Dhabi, intervenuto con un breve momento di preghiera e riflessione.
«Ho ricordato quel che insegnava il Maharal: chi ama davvero Dio, ama tutti gli uomini. C’è bisogno di rinnovare questo duplice amore», racconta a Pagine Ebraiche il rav, atteso nelle prossime settimane da numerose conferenze internazionali. A metà giugno sarà anche a Roma, in Parlamento.
«Dopo il 7 ottobre e con l’inizio della guerra a Gaza è successo questo: non solo si sono perdute innumerevoli vite, ma c’è stata una perdita generale di compassione, con la crescente tendenza a generalizzare», sostiene Rosen. «È un problema che riguarda tutti, israeliani e palestinesi. Siamo immersi in un ciclo di violenza e non riusciremo a uscirne fin quando non sapremo riconoscere l’umanità dell’altro. È la prospettiva che abbiamo cercato di rilanciare con questa iniziativa». Rosen si dice preoccupato per la situazione interna a Israele: «La società israeliana si sta brutalizzando e se non riusciamo a pacificarla il rischio è che un giorno persino lo Stato possa andare perduto. Ma non dobbiamo disperare e lavorare ogni giorno per la speranza, perché senza speranza non abbiamo futuro».