OSTAGGI – Eitan Levy, il tassista di Bat Yam

Eitan Levy aveva 52 anni, era un tassista, ma per molti era molto di più: una presenza rassicurante, un volto amico nella città di Bat Yam, dove tutti lo conoscevano.
Ogni sabato mattina portava a passeggio i suoi cani al parco, si alzava all’alba e amava camminare. Faceva tutto con calma. Lo chiamavano per le corse più disparate, come quella del 7 ottobre 2023, quando ha accompagnato una passeggera da Tel Aviv al kibbutz Be’eri. Era un tragitto insolito per lui, ma «mio fratello non sapeva dire di no», ha raccontato la sorella Sigalit al quotidiano Maariv. «Era un’anima gentile e generosa. Si preoccupava sempre che tutti stessero bene, anche i suoi passeggeri. Quando accompagnava a casa ragazzi e ragazze, chiedeva loro di scrivergli un messaggio per assicurarsi che fossero arrivati sani e salvi».
Alle 7 del mattino del 7 ottobre, Eitan ha telefonato a suo figlio Shahar per dirgli che aveva appena lasciato la passeggera a destinazione. Poco dopo ha richiamato: un drone di Hamas era atterrato sul tetto della sua auto. Poi Shahar ha sentito in sottofondo voci in arabo, un ordine di sedersi, la voce di suo padre che, con tono sommesso, diceva solo «Oy».
Per settimane la famiglia ha sperato, ma, nel dicembre 2023, è arrivata la conferma: Eitan era stato ucciso e il suo corpo portato via a Gaza. La notizia è stata accompagnata dalla pubblicazione di un video, girato dai terroristi di Hamas il 7 ottobre, in cui il corpo del tassista israeliano veniva trascinato per le strade di Gaza, picchiato e oltraggiato dalla folla.
Eitan era il perno della famiglia, il sostegno economico ed emotivo. «Siamo una famiglia invisibile», ha spiegato ad Haaretz Shir David, compagna del figlio Shahar. «Invisibili anche davanti allo stato, che non ha fornito un supporto adeguato». L’assistenza psicologica per Shahar per il lutto non è sufficiente, afferma David, come non lo è l’aiuto economico stanziato dalle autorità per una famiglia che «a fatica tiene insieme i pezzi».
Il 21 novembre 2024 i Levy hanno organizzato un funerale per dire addio a Eitan. Durante la cerimonia, Shahar ha recitato per il padre il Kaddish, la preghiera ebraica per i defunti. «So quanto eri felice che avessi una compagna. Dicevi sempre che aspettavi il giorno in cui mi sarei sposato», ha ricordato Shahar. «Quando accadrà, mi accompagnerai con il cuore e con l’anima».
Sfogliando le foto d’infanzia, Shahar ha aggiunto: «Vorrei che venissi ad abbracciarmi come in quegli scatti». Una settimana prima del 7 ottobre Eitan aveva chiesto al figlio di venirlo a trovare a Bat Yam. «Ma io ero impegnato e tu non ha più chiamato perché non volevi disturbarmi. Ma ora voglio che tu mi disturbi, voglio che siedi con me e mi abbracci. Ti prego, torna, voglio solo dirti addio come si deve, non in questo modo».

d.r.