MEDIO ORIENTE – Israele accetta piano Witkoff: sì a tregua

Israele ha accettato la nuova proposta di cessate il fuoco avanzata dagli Stati Unii. Il piano, elaborato con il coinvolgimento diretto del presidente Usa Donald Trump e del suo inviato speciale Steve Witkoff, prevede 60 giorni di tregua, il rilascio scaglionato di 10 ostaggi israeliani vivi e 18 salme, la sospensione delle operazioni militari nella Striscia di Gaza e l’apertura immediata di negoziati per un cessate il fuoco permanente. Per le parti la garanzia dovrebbe essere una dichiarazione di impegno formale di Trump per arrivare a una soluzione definitiva del conflitto.
Secondo fonti israeliane, Gerusalemme ha compiuto un passo significativo accettando di avviare i colloqui anche prima della liberazione di tutti gli ostaggi, rinunciando così a una delle sue condizioni iniziali. Hamas ha reagito con diffidenza: prima ha criticato alcuni punti della bozza, poi ha chiesto ulteriore tempo per valutare. Il gruppo sostiene che le garanzie offerte dalla Casa Bianca non siano sufficienti nel caso in cui i negoziati si interrompano.
Intanto, per Israele continua ad allargarsi lo spettro delle minacce regionali. I ribelli Houthi in Yemen, sostenuti dall’Iran, hanno annunciato che intensificheranno gli attacchi contro lo stato ebraico, includendo tra i nuovi obiettivi anche gli aerei civili delle compagnie El Al, Arkia e Israir. La minaccia segue un attacco israeliano contro l’aeroporto di Sanaa, utilizzato secondo lo Shin Bet per operazioni militari del gruppo ribelle.
Sul fronte diplomatico, anche l’Arabia Saudita è entrata in gioco nel tentativo di contenere l’espansione dell’influenza iraniana. Con un messaggio personale del re Salman, Riad ha avvertito Teheran che accettare la proposta nucleare americana rappresenta l’unica via per evitare un’escalation militare con Israele. La visita del ministro della Difesa saudita Khalid bin Salman a Teheran è stata accompagnata da un monito esplicito: «Trump non tollererà trattative infinite».