ROMA – «Un Giro d’Italia da protagonisti, con Israele sulla maglia»

«Che Gee-ro d’Italia», scandisce Sylvan Adams. Il patron della Israel Premier Tech non nasconde la soddisfazione per il risultato della sua squadra al Giro d’Italia che si concluderà nel pomeriggio con la “passerella” dell’ultima frazione romana (si passerà anche davanti al Tempio Maggiore). La sola squadra professionistica israeliana di ciclismo non era mai arrivata così in alto in graduatoria nella principale corsa a tappe d’Italia. Merito del quarto posto conquistato del suo capitano e uomo di classifica Derek Gee alle spalle di Simon Yates, Isaac Del Toro e Richard Carapaz. Quarto posto con vista podio, per il quale ha lottato anche ieri fino all’ultima salita.
«È un canadese come me, ecco perché», sorride Adams. «Scherzi a parte, lui e il team hanno fatto qualcosa di grande», spiega l’altleta incontrando a Roma, a poche ore dal via della tappa conclusiva, il ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, la presidente Ucei Noemi Di Segni, il presidente della Comunità ebraica romana Victor Fadlun e una delegazione dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia guidata dal suo vicepresidente Ioel Roccas. Con loro c’erano anche Ron Baron, fondatore e comproprietario della IPT, e il ceo della stessa Ido Shavit.
Canadese di nascita, naturalizzato israeliano, Adams ha espresso al ministro l’orgoglio di «portare il nome di Israele sulla maglia, lungo le strade del Giro, come avviene ormai da otto anni consecutivi». Non è stata un’edizione semplice per via delle violenze non solo verbali di alcuni attivisti propal, che in alcuni casi sono arrivati a mettere in pericolo l’incolumità degli atleti. Come a Napoli, dove un vero e proprio agguato “on the road” ha rischiato di provocare una caduta di gruppo. «Tappa dopo tappa, abbiamo incontrato gli stessi volti dietro questa protesta. Il segno evidente che c’è un’organizzazione alle spalle che ne finanzia le attività», ha accusato Adams. I valori dello sport hanno in ogni caso trionfato, anche stavolta.

«Lo sport è una delle chiavi che costruiscono futuro e condivisione», ha rimarcato Adams che ha raccolto la convinta adesione di Abodi, con il quale si è confrontato sul riemergere dell’antisemitismo, sulla sfida di difendere i valori occidentali dai suoi molti nemici, sulla necessità di contrastare le istanze per il boicottaggio di squadre e atleti israeliani che si fanno largo anche sulla scena europea. Il ministro ha annunciato l’intenzione di opporsi in modo netto a tali campagne. Adams ha puntato il dito contro il governo del Qatar, sponsor del terrorismo e costante elemento di destabilizzazione.
L’imprenditore ha poi invitato il ministro in Israele e ricordato come la squadra ha mosso i primi passi nel mondo del ciclismo ad alto livello, proprio in Italia. Tutto è iniziato nel maggio del 2018, con la storica partenza del Giro da Gerusalemme. L’Israel Premier Tech si chiamava allora Israel Cycling Academy e partecipava con una wild card. Oggi è tra le squadre di élite del panorama ciclistico, 16esima forza del ranking mondiale.

a.s.