LA POLEMICA – Emanuele Calò: Due popoli, due stati e il tenente Colombo

A proposito dellle differenze fra il presidente francese Emmanuel Macron e il governo di Benjamin Netanyahu, Michele Serra si domanda «che nesso c’è tra l’ennesimo richiamo a una risoluzione dell’Onu (“due popoli due Stati”) vecchia come Matusalemme, e mai applicata, e l’approvazione del massacro del 7 ottobre? Nessuno, ovviamente». “Due popoli due Stati” è un tormentone anfibologico ma, nel caso di Michele Serra, nessuno potrebbe seriamente mettere in forse la sua equidistanza, la sua sensibilità e la sua imparzialità, così come la sua convinta adesione, priva di ambiguità ma sincera e decisa, alla formula che auspica che vi sia uno Stato palestinese a fianco dello Stato ebraico.

Tuttavia, manca ancora un tassello, che non richiederebbe alcun coraggio, visto che la divisata manifestazione del sette giugno p.v. raggruppa dei democratici e dei pacifisti convinti: Michele Serra dovrebbe auspicare che vi garriscano le bandiere di Israele e della Palestina. Lo faccia da Repubblica, visto che da quella testata vengono le sue apprezzate riflessioni.

Come diceva il tenente Colombo (un personaggio che poggia sui solidi piedi di Gilbert Keith Chesterton e di Fedor Dostoevskij): Just one more thing (un’ultima domanda): se vi saranno, come tutti vogliamo, due popoli/due Stati, che fine faranno i due milioni e mezzo (circa) di palestinesi israeliani? Dire ‘due popoli/due Stati è come dire “la luna è di formaggio”: è un auspicio tanto bello quanto destituito di fondamento. L’ossequio alla verità vorrebbe che si dicesse: “due Stati, uno con un solo popolo, l’altro con due”. Just one more thing”, avrebbe detto Colombo: indovinate qual è lo Stato cattivissimo nel quale ci sono due popoli e qual è quello buonissimo che non lo vuole?

Ah, just one more thing: suppongo che qualsiasi politologo sappia che dalla distinzione fra Stato e governo discendono conseguenze pratiche, per cui quando scendi in piazza con la bandiera di Israele non difendi il governo, ma lo Stato. Quindi, puoi (e devi) farlo. Ma se non lo fai per timore delle reazioni, esprimi un palese giudizio negativo sui manifestanti. Solo con l’onestà si esce da questi grovigli, ma tanta sinistra ha paura di uscirne perché persuasa che il traguardo glorioso consenta metodi ingloriosi. Su questo potrebbe scrivere Serra, ma per farlo dovrebbe scendere dall’amaca, e brandire una bandiera israeliana. Sarebbe il giusto corollario per una gloriosa carriera.

Emanuele Calò