Volontariato Federica Sharon Biazzi
A Milano un servizio ebraico per tutti

Daniela aveva sei anni quando, nel 2007, la sua vita è cambiata per sempre. Un incidente stradale in Salvador, il paese d’origine della sua famiglia, le ha provocato un grave trauma cranico. I medici locali non lasciarono spazio alla speranza: «Rimarrà in stato vegetativo», fu la diagnosi. La madre, Verónica de Mazariego, lasciò tutto per tentare l’impossibile. Raggiunse il marito a Milano e insieme iniziarono un lungo percorso di cure. Daniela trascorse i primi due anni in ospedale, poi cominciarono i trasferimenti quotidiani al centro Don Gnocchi per la fisioterapia.
«Io non guido e mio marito lavora tutto il giorno. Il taxi non ce lo possiamo permettere, e con i mezzi pubblici è complicato muoversi con Daniela», racconta a Pagine Ebraiche. «Nel 2009 nella chiesa che frequento mi dissero di rivolgermi al Volontariato Federica Sharon Biazzi. Ho chiamato, mi hanno risposto subito e da allora non ci hanno più lasciate sole».
L’associazione è dedicata a una giovane ebrea milanese scomparsa prematuramente, Federica Sharon Biazzi: il suo desiderio di aiutare il prossimo ha ispirato la nascita del Volontariato che oggi porta il suo nome. È grazie a questa iniziativa che Daniela ha potuto seguire le terapie con continuità, migliorando giorno dopo giorno. Oggi, pur con una disabilità del 100%, riesce a comunicare, muoversi, interagire. «I miglioramenti li hanno visti anche Claudio e la signora Rossella, che da anni ci accompagnano ovunque. Per noi sono angeli».
Claudio è Claudio Puglisi, volontario della Fondazione dal 2008. In 17 anni ha accompagnato centinaia di persone, tra cui bambini, anziani, famiglie. «Non era solo un passaggio in macchina. Con molti di loro si instaurava un rapporto vero, umano. Ci si raccontava, ci si sosteneva. E loro si sentivano ascoltati, accolti», racconta oggi con un velo di commozione.
Il servizio di trasporto gratuito offerto è uno dei punti di forza dell’associazione. Ogni settimana le auto attrezzate percorrono decine di chilometri per accompagnare persone fragili a visite mediche, terapie, controlli specialistici, ma anche al cinema, dal parrucchiere, a trovare un parente. È un servizio essenziale in quanto, anche a Milano, le alternative disponibili sono spesso a pagamento. E in un contesto in cui le liste d’attesa si allungano e le visite specialistiche vengono fissate anche a mesi di distanza o in strutture lontane, avere un mezzo che accompagni può fare la differenza tra ricevere una cura o rinunciarvi.
«Non guardiamo chi sei, da dove vieni o se puoi permettertelo ma solo se hai bisogno. E se possiamo, ci siamo», racconta Joice Anter Hasbani, una delle due fondatrici. L’altra è Rosanna Bauer Biazzi. Dal 2000 hanno costruito, insieme, una rete solidale nata in seno alla comunità ebraica ma rivolta a tutta la città. «All’inizio volevamo solo dare un po’ di compagnia agli anziani della Residenza Arzaga, poi ci siamo accorte che il bisogno era molto più grande. La solitudine non guarda in faccia nessuno», spiega Rosanna. «Col tempo sono arrivate le macchine, poi le richieste, poi le famiglie. E oggi non ci fermiamo più».
Non è semplice mandare avanti tutto. I mezzi hanno costi, i rimborsi per gli autisti volontari devono essere garantiti e le richieste aumentano. Il Volontariato si sostiene grazie a donazioni, al contributo dell’Ucei, a fondazioni private. «Ma servirebbero risorse stabili, strutturali», ammette Joice. «Perché il bisogno cresce. Se avessimo dieci macchine, vi assicuro che lavorerebbero tutte». È lei a coordinare il servizio, giorno dopo giorno, a rispondere al telefono, a raccogliere le richieste, a pianificare gli spostamenti.
Ogni giornata è fatta di incastri: visite mediche, terapie, appuntamenti che cambiano all’ultimo. «Organizzo i giri in base alle disponibilità. A volte devo rimettere insieme tutto da capo, ma cerchiamo di non lasciare mai indietro nessuno», spiega.
«La nostra», le fa eco Rosanna Bauer Biazzi, «è un’associazione ebraica ma fondamentale è il nostro impegno verso tutti, senza distinzioni».
Oltre al trasporto, l’associazione è presente ogni settimana anche all’interno della Residenza Arzaga con laboratori di pittura, conversazioni, cura dei fiori, letture e compagnia. «Cerchiamo di creare un clima caldo, accogliente», racconta Rosanna. «Non sostituiamo il lavoro degli operatori, ma lo integriamo con la nostra presenza. E questo fa la differenza. Lì dove c’è una mancanza, cerchiamo sempre di esserci». Ma il vuoto più evidente a cui sopperisce il Volontariato, premiato in aprile dall’associazione milanese dei City Angels, rimane il servizio di trasporto. Un servizio essenziale per permettere alle persone di curarsi, ma anche di non rimanere sole.
«Alcuni anni fa due sorelle, entrambe molto anziane, abitavano a meno di un chilometro l’una dall’altra. Non si vedevano da cinque anni, perché nessuna delle due riusciva più a muoversi. Grazie al nostro servizio hanno potuto rincontrarsi, finalmente. Da quel giorno, ogni settimana, le abbiamo accompagnate per permettere loro di trascorrere un po’ di tempo insieme. Sono cose minime, ma fanno una differenza enorme».
Piccoli gesti, come quelli per Cristina, una ragazza cerebrolesa che Claudio ha accompagnato per anni. «Ogni volta che arrivavo, mi aspettava con le braccia aperte per un abbraccio. Era il nostro modo di salutarci, prima ancora di salire in macchina. Un gesto semplice, ma che diceva tutto».
Dal 2024 Claudio, oggi pensionato, si è trasferito in montagna e ha lasciato il servizio attivo. «Mi manca molto quell’impegno. Guidare tutto il giorno a Milano era faticoso, ma quello che si riceve in cambio non ha prezzo. Vedere la forza di queste persone, accompagnarle anche solo per un tratto della loro giornata, ti cambia. Ti insegna a ridimensionare i problemi, a riconoscere ciò che conta davvero. Joice e Rosanna hanno avuto una lungimiranza formidabile, meritano tutto il sostegno possibile».

Daniel Reichel