STORICI – Andrea Zanardo: Convegno veneziano sull’antisemitismo, alcune note

Il 18 giugno si terrà a Venezia un convegno dal titolo intrigante “Narrazioni antiebraiche: antisemitismo e cospirazionismo in Italia tra Ottocento e Novecento”. Un argomento di attualità. Indagare sulle radici del complottismo antisemita è urgente: sui social è tutto un delirio sulle “famiglie che governano il mondo”, i Rotschild, i kazari, e via complottando. Li si trova ovunque, questi complottisti: a destra a sinistra, al centro, tra gli anti-vax e ovviamente fra i terrapiattisti.
Ma, non so se avete notato, costoro premettono sempre di non essere antisemiti, ma antisionisti. E uno qui potrebbe chiedersi dove abbiano imparato, i complottisti attuali, che per rendere presentabili i propri deliri basta premettere «io non sono antisemita, sono antisionista».
In materia vorrei chiedere lumi al professor David Feldman, che avrà l’onore di aprire il convegno veneziano con una relazione su “Scrivere la storia dell’antisemitismo nell’epoca di Trump e Netanyahu”.
Come mai, chiederei al professore, gli antisemiti di oggi – nell’epoca di Trump e Netanyahu (e Khamenei) – si danno tanta pena a dichiarare di non essere antisemiti ma antisionisti? Feldman, sapete, tiene moltissimo alla distinzione tra antisionismo ed antisemitismo, ed infatti è contrario alla definizione di antisemitismo più comunemente adottata, quella della International Holocaust Remembrance Alliance (Ihra). Lo ha scritto sul Guardian quattro anni fa; a suo dire la libertà di ricerca è messa in pericolo da tale definizione, che osa etichettare di antisemitismo chi neghi il diritto del popolo ebraico alla propria autodeterminazione.
Poco importa che Lord John Mann, presidente del gruppo interparlamentare inglese contro l’antisemitismo e advisor del governo britannico in materia abbia liquidato le preoccupazioni di Feldman come «una leggenda». Come giustamente ha fatto notare Dave Rich, direttore del Community Security Trust (CST), organizzazione inglese che si occupa della sicurezza dei luoghi ebraici, a rischio in questo momento non c’è la possibilità di pubblicare studi critici sul sionismo; e basta entrare in qualsiasi libreria per rendersene conto. A rischio, in questo momento, sono gli studenti ebrei; lo sappiamo bene in Italia, e lo dovrebbero sapere anche gli organizzatori del convegno.
Con questo non si vuole fare una colpa a studiosi seri che hanno accettato di partecipare a un convegno sull’antisemitismo in cui nessuna relazione porta nel titolo riferimenti alle correnti antisemite di sinistra. Probabilmente per gli organizzatori era imbarazzante menzionare nella locandina gli scritti di Alceste De Ambris e dei socialisti rivoluzionari italiani all’indomani dell’Affaire Dreyfus – che diamine, vogliamo sottrarre spazio a una imperdibile analisi su Trump e Netanyahu?
Sono argomenti difficili, lo sappiamo. Ma si resta comunque sorpresi constatando l’assenza al convegno veneziano di studiosi afferenti a istituzioni prestigiose come il London Centre for the Study of Contemporary Antisemitism. Certo, si potrebbe rispondere, il convegno si occupa di Italia: ma mica tanto, viene da ribattere, vista la presenza di una relazione su Edouard Drumont, fondatore della Lega antisemitica di Francia.
E va bene che la storia – diceva uno che se ne intendeva – è sempre storia contemporanea, ma occuparsi di antisemitismo senza nemmeno accennare alla Livingstone Formulation è segno di dilettantismo. La Livingstone Formulation, studiata da David Hirsch, è quella trappola retorica con cui si risponde a una accusa di antisemitismo con una controaccusa di malafede sionista. Prende il nome dall’ex sindaco di Londra, campione della specialità, un laburista che si dilettava nel rivelare l’esistenza di accordi segreti tra i nazisti e gli ebrei, pardon: tra gli antisemiti ed i sionisti (a proposito di complottismo). Ma la relazione conclusiva del convegno veneziano è dedicata a “Usi politici dell’accusa di antisemitismo”; e quindi, in qualche modo, della Livingstone Formulation si parlerà.

Andrea Zanardo
Storico
Rabbino Shaarei Shalom Synagogue, Brighton