TOSCANA – Regione interrompe rapporti con Israele, l’amarezza del mondo ebraico

Il Consiglio regionale della Toscana ha approvato a larga maggioranza una mozione presentata dal Partito democratico che impegna la Giunta «a interrompere ogni forma di relazione con i rappresentanti del governo israeliano e con gli enti e le strutture ad esso direttamente riconducibili che non siano apertamente e dichiaratamente motivati dalla volontà di porre fino al massacro in corso». Nel documento avallato dal Consiglio regionale sulla falsariga di quanto già fatto in Puglia ed Emilia-Romagna, regioni amministrate anch’esse dal centrosinistra, si chiede alla Giunta di impegnarsi anche nei confronti del governo italiano affinché «si esprima in tutti i contesti istituzionali condannando inequivocabilmente l’operato del governo Netanyahu» e si attivi «anche adottando iniziative volte a sospendere i rapporti di natura economico-commerciale in essere».
Nell’aderire all’istanza presentata dal proprio partito, il presidente toscano Eugenio Giani ha sostenuto l’urgenza di riconoscere la Palestina «come Stato libero e sovrano» e annunciato l’intenzione di presentare formalmente una proposta di legge per portare il tema all’attenzione del Parlamento. A Giani si erano rivolti nelle scorse ore in due lettere aperte sia la Comunità ebraica fiorentina sia la sezione locale dell’associazione Italia-Israele. Nella prima, il presidente della Comunità ebraica Enrico Fink aveva esortato a non aderire a forme di «boicottaggio, di censura e di chiusura» verso Israele. «Non rinunci ai rapporti con Israele. Glielo diciamo noi che ci siamo stati, che abbiamo scambi costruttivi in tutti i settori», si legge nel documento firmato dal presidente di Italia-Israele a Firenze, Emanuele Cocollini, e degli altri membri del direttivo. La mozione è però passata e nel mondo ebraico c’è ora amarezza.
Visto da Livorno«Quando gli schieramenti sono preconcettuali, non c’è niente da fare», lamenta il presidente della Comunità ebraica livornese Vittorio Mosseri. «Hanno buttato gli ebrei in mano alla destra, la sinistra si è voltata dall’altra parte. Rinunciare ad avere rapporti con un paese è un grave errore». Anche per via dell’interpretazione estesa, sostiene Mosseri, cui rischia di dare adito in un’opinione pubblica spesso incapace di distinguere tra un governo, le tante anime di un paese, il mondo ebraico nel suo insieme. C’è poi un ulteriore motivo di preoccupazione, già sollevato negli interventi fiorentini. Riguarda la vicenda relativa al presidente della Fondazione Meyer, Marco Carrai, che è anche console onorario d’Israele. Il Movimento Cinquestelle in Regione sostiene che vi sia «profonda incompatibilità etica e istituzionale» nello svolgimento di quell’incarico, contestato da gruppi propal che hanno convocato in Piazza Duomo a Firenze un presidio permanente con lo slogan “Cacciamo il sionista Marco Carrai. Andiamo fino in fondo: vincere è possibile!”. Per Mosseri, si tratta di una vicenda «che rasenta un clima da anni bui: Carrai non può svolgere la sua funzione perché è amico degli ebrei? Se così fosse, e credo lo sia, allora siamo di fronte a un gravissimo episodio di odio antisemita inaccettabile».
Visto da PisaRammarico e preoccupazione. Sono i due concetti espressi da Andrea Gottfried, il presidente della Comunità ebraica di Pisa. «C’è rammarico», racconta, «perché ancora una volta non si è cercato in una sede istituzionale di creare ponti, ma ci si è nascosti unilateralmente dietro delle barricate». Per Gottfried, il contenuto della mozione «è totalmente sbilanciato, perché si parla di armi a Israele e non di armi ad Hamas, come se Hamas non esistesse». C’è poi preoccupazione «per come questa mozione rischia di essere interpretata in alcuni ambienti, che potrebbero leggerla come un lasciapassare per andare avanti a oltranza con posizioni che cascano nell’alveo dell’antisemitismo». Invece di abbassare i toni, sottolinea Gottfried, è stata fatta una scelta diversa. Quella di «continuare a fomentarli». «Quanto ha deciso di fare il Consiglio regionale non solo contribuisce ad alimentare il clima di odio contro gli ebrei, ma anche, implicitamente, legittima la strategia dei terroristi di Hamas, formulata con chiarezza dal loro capo Sinwar. Un preciso disegno che ha portato all’organizzazione del pogrom del 7 ottobre del 2023», dichiara in una nota dopo il voto l’associazione Italia-Israele fiorentina. «Comprendiamo che ci possa essere un giudizio duro nei confronti del governo Netanyahu, ma l’interruzione dei rapporti istituzionali rischia di portare, inevitabilmente, all’interruzione di ogni rapporto con Israele e questo non va nella direzione di una ricerca dalla pace».
Adam Smulevich
(Nell’immagine in alto: l’ospedale Meyer di Firenze)