FIRENZE – Istituto Weizmann in visita per aprire nuove collaborazioni

Non fa quasi notizia la presenza dell’istituto Weizmann di Rehovot nella top ten delle migliori università al mondo per la qualità della ricerca, subito dietro istituzioni come Princeton, Harvard e MIT. Eppure, in Italia, questa eccellenza del sistema Israele è forse ancora poco conosciuta.
Diffonderne i valori è lo scopo dell’Associazione degli Amici del Weizmann da poco rilanciata sotto la spinta della sua presidente Micaela Goren. Giovedì mattina Goren era in “missione” nella Comunità ebraica di Firenze insieme a Zohar Menshes, vicepresidente esecutivo del comitato europeo del Weizmann, e Larisa Claru, direttrice per lo sviluppo delle risorse per l’Europa meridionale e orientale, per dare forma al primo embrione di una sezione locale di amici e sostenitori. «Il momento è difficile e lo abbiamo visto anche qui, in Toscana, dove la regione ha appena interrotto i rapporti con Israele», ha esordito Goren. «Ciò rende il nostro compito ancora più importante: mostrare l’altra faccia, la faccia vera di Israele. Il Weizmann lavora per il benessere globale e Firenze, città aperta alla cultura e alla scienza, saprà capirlo». Al riguardo Goren ha auspicato il lancio di veri e propri “salotti della scienza”, con ospiti autorevoli e la possibilità di presentare progetti e ricerche. «Non è solo la Toscana, è proprio un’onda quella che si sta abbattendo su Israele, colpendo anche il nostro settore. Ma ci sono anche tante persone che hanno ammirazione e comprensione per il nostro lavoro, consapevoli del suo impatto globale», ha dichiarato Menshes. «Bisogna quindi sempre stare in allarme, ma non dimenticare mai chi siamo e i traguardi che stiamo raggiungendo». Traguardi notevoli anche in tempi duri. Perché se da una parte cresce l’istanza del boicottaggio, «c’è da dire che mai come quest’anno la Commissione Europea per la Ricerca ha sovvenzionato i nostri progetti, accogliendone addirittura il 62%». Guiderà la sezione fiorentina degli Amici del Weizmann il comunicatore Giuseppe Burschtein, che ha dichiarato l’intenzione «aprire il maggior numero possibile di porte» per presentare il Weizmann e le sue scoperte in Toscana. Ha aperto l’incontro un saluto del rabbino capo Gadi Piperno, che ha spiegato di non essere soltanto un rabbino, ma anche un ingegnere. Dichiarandosi quindi «doppiamente felice» di avere il Weizmann in visita in Comunità.

a.s.