UCEI – Gadi Polacco: Estendere il voto di lista alle piccole comunità

Ritoccare nel corso degli anni lo Statuto UCEI è stato oggetto di alcune modifiche: sarebbe giunto il momento, modesta opinione di chi scrive, di rivedere anche il meccanismo con il quale vengono determinati i Consiglieri delle 19 “piccole” Comunità.
Determinati perché, a differenza di quanto avviene per Roma e Milano per le quali è previsto il voto con il sistema a liste, varie sono le modalità in uso nelle altre Comunità, con alcune nelle quali gli iscritti votano e altre nelle quali è il Consiglio a fare la scelta, in qualche caso con un passaggio in assemblea.
Particolare non irrilevante, nel formulare lo Statuto venne stabilito che, però, le 19 “piccole” Comunità esprimessero in Consiglio 15 voti, condannando 8 di esse a condividere il voto (o ad averne mezzo per uno, ovviamente non spendibile salvo accordo).
Ricordo che il Consiglio UCEI, come lo conosciamo da oltre vent’anni, ha di fatto sostituito quello che prima era il Congresso, formato da delegati in parte di nomina delle singole Comunità ed in parte eletti dagli iscritti, divisi in circoscrizioni elettorali.
Il Congresso eleggeva il Consiglio e poi questo la Giunta e le varie cariche.
Nelle 19 Comunità che valgono 15, in pratica, è venuta a mancare per gli iscritti-elettori una fase molto importante in ogni voto, ovvero il confronto tra programmi e orientamenti che il sistema a liste impone.
Anomalo mi appare anche il fatto che un’assise alla quale è demandata la gestione politica di una realtà sia formata in parte da eletti e in parte da nominati o “semi” eletti, diciamo con rappresentatività a corrente alternata.
Un consigliere di qualsivoglia realtà, infatti, si presuppone che abbia alle spalle un mandato della base espresso consapevolmente  a fronte di programmi, intenti e posizionamento politico.
Si dirà che ciò può avvenire anche dove non si voti per lista, ma appare chiaro che ciò sia più fumo che arrosto.
Inoltre, mentre per Roma e Milano abbiamo dei rappresentanti che sono stati eletti nelle rispettive liste, quindi ben identificabili almeno nell’orientamento, ciò non avviene per i 19 che valgono 15 eletti/nominati singolarmente e senza alcun contatto con gli altri.
Nell’elezione diretta dei delegati al Congresso, invece, era anche possibile presentare una medesima lista, con il proprio programma, in tutte le circoscrizioni elettorali, legando le “piccole” alle “grandi” Comunità e condividendo quindi programmi derivanti dal confronto tra le diverse esigenze e problematiche.
All’obiezione che ciò non abbia portato al completo superamento della contrapposizione, tanto antica quanto stantia, tra “grandi” e “piccole” è ovvio rispondere che si può anche avere un’ottima automobile ma se la si guida male…
Senza stravolgere gli assetti, la proposta è pertanto quella, semplicemente, di recuperare l’antico sistema di voto per liste anche per i Consiglieri delle “piccole”,  facendo quindi eleggere a tutti gli iscritti di queste Comunità (in una circoscrizione) i 15 Consiglieri che rappresenterebbero, di conseguenza, tutte le 19 realtà.
L’elettore potrebbe pertanto esprimere un voto maggiormente consapevole avendo dinanzi liste e relativi intenti programmatici, potendo avere cognizione anche dei futuri posizionamenti in Consiglio UCEI; ulteriormente, si creerebbero maggiori contatti tra queste Comunità, avendo appunto i Consiglieri eletti nel collegio una responsabilità rappresentativa di tutte, ben oltre il proprio e spesso angusto orticello.

Gadi Polacco, Livorno