LA POLEMICA – Emanuele Calò: Basta un po’ di buon senso
Ernesto Galli della Loggia scrisse, sul Corriere della Sera del 27 maggio 2025: «Un dato abbastanza sicuro va profilandosi: l’operazione militare organizzata da un anno e mezzo da Israele sta andando incontro a un fallimento … doversi far carico dell’amministrare in prima persona qualcosa che di fatto sarebbe un gigantesco campo di concentramento … Ma è troppo facile considerare chiuso qui il discorso aggiungendovi, come d’obbligo, l’immancabile condanna di Israele. Troppo facile politicamente, intellettualmente, e — per chi a questo genere di cose fa qualche attenzione — anche abbastanza vile moralmente. …gli innumerevoli critici di Israele avrebbero dovuto sentirsi tenuti a dare una risposta che invece ancora non si è sentita: “Ma quale reazione avrebbe dunque dovuto avere Israele dopo il 7 ottobre per non cadere sotto la vostra censura”».
Sennonché, qualche risposta l’ho reperita e, pur nella loro (limitatissima) diversità, erano accomunate da un’irrealtà che da sempre correda i discorsi dei postmarxisti, e che porta a domandarsi perché non siano rimasti marxisti: di Marx si è detto di tutto, tranne che fosse scemo. Ed ecco che Galli della Loggia la butta lì, dicendo che Israele si cimentò dopo il 7 ottobre in una difficilissima operazione terrestre contro gli esecutori invece di rivolgersi contro il mandante, cioè contro l’Iran. Bene, le motivazioni sono diverse e riguardano il completamento del piano atomico iraniano, ma lo sbocco è il medesimo. Aggiungerei che l’Iran di atrocità ne aveva già commesse parecchie, come l’attentato nel 1994 all’istituzione ebraica AMIA di Buenos Aires, con un saldo di 85 morti e 300 feriti, come risulta da una sentenza definitiva della Cassazione argentina.
Emanuele Calò