MEMORIA – Abodi: «Ricordare per riscattare la società»

Un lungo viaggio da Rodi ad Auschwitz è quello che ha condotto l’allora quattordicenne Sami Modiano e un’intera Comunità, circa 2000 persone, verso l’orrore dei campi di sterminio di Auschwitz-Birkenau. Solo una piccola parte di loro fece ritorno. Con una lucidità e una chiarezza impressionante Sami Modiano, oggi novantaquattrenne, ha ricostruito il lungo e drammatico viaggio che da Rodi lo condusse all’inferno su battelli di trasporto del bestiame prima, con tanti altri stipati senza cibo, con poca acqua e un unico secchio per i bisogni; e poi sui vagoni merce di un treno che attraversò mezza Europa. Una trasferta disumana ricostruita per un incontro con giovani sportivi di tutte le età, organizzato dal Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, presso il Centro Federale Polo Natatorio di Ostia,
Ricordando il viaggio delle Memoria ad Auschwitz cui ha partecipato lo scorso febbraio insieme ad una delegazione Ucei e della Comunità ebraica di Roma, il ministro Abodi ha affermato: «Quando è finito quel viaggio, è iniziato il viaggio più prezioso, quello della visita nell’anima che rappresenta tutti, milioni di persone alle quali è stato negato il bene più prezioso: la vita. Senza una ragione né un motivo. Senza nulla che possa giustificare. Temerario ogni tentativo di cercare di negare oppure di pensare che la storia, che oggi si ripresenta, non ci abbia insegnato nulla».
«Al termine di quel viaggio assieme a 70 giovani provenienti da tutta Italia ho detto: “Non può finire qui”. E questo è il senso di questa mattinata: solo ricordando e non dimenticando ci potrà essere un giorno di riscatto».
I ragazzi hanno ascoltato il ministro e lo sconvolgente racconto del giovane ragazzo Sami che in quell’orrore perse la sua famiglia. Sua sorella Lucia di 16 anni e suo padre Giacobbe. Sua madre li aveva lasciati già prima della deportazione, affetta da una malattia cardiaca.
Due le parole che sono ricorse lungo il racconto di Modiano, ossia due sentimenti che ha provato e di cui non è riuscito a spogliarsi: il pudore e la vergogna.
Con l’aiuto dello storico Marco Caviglia, Modiano ha raccontato il legame nato con Piero Terracina nei drammatici mesi di internamento ad Auschwitz-Birkenau e proseguito lungo l’intero arco delle loro esistenze un racconto che è il fil rouge del nuovo libro di Modiano, Così siamo diventati fratelli. L’amicizia che salvò Sami e Piero, pubblicato da Mondadori, che è stato donato ai giovani al termine della cerimonia dal ministro Abodi.
Alex Luzon, assessore ai rapporti Istituzionali della Comunità ebraica di Roma, ha rivolto al pubblico in sala un saluto e un ricordo personale che lega la sua famiglia al testimone della Shoah nato a Rodi nel 1930: Sami e suo nonno fecero il viaggio di ritorno da Auschwitz insieme.
Lucilla Efrati