ISRAELE – Idf fa il punto sugli obiettivi colpiti, Herzog a Tamra si stringe a comunità araba

Sono oltre 1100 gli obiettivi colpiti da Israele in Iran da venerdì scorso, quando è iniziata l’operazione Rising Lion contro il regime degli ayatollah. L’ha reso noto il portavoce delle Israel Defense Forces, il generale di brigata Effie Defrin. «Abbiamo inferto colpi importanti al regime iraniano. Ora stanno concentrando i loro sforzi sul lancio di missili dalla zona di Isfahan», ha dichiarato il rappresentante militare in un videomessaggio trasmesso mercoledì mattina. Delfrin ha poi aggiunto: «Abbiamo una missione: rimuovere la minaccia esercitata da un regime che ha investito in questi anni bilioni di dollari per il nucleare e per migliorare le proprie capacità balistiche. E mentre i nostri obiettivi sono militari, loro cercano di colpire dei civili».
Anche l’Aiea, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, ha condiviso qualche numero e aggiornamento, informando in particolare che due impianti di centrifughe visitati in passato dall’agenzia, uno a Karaj, l’altro a Teheran, sono stati colpiti dall’aviazione di Gerusalemme con gravi danni per le ambizioni nucleari della Repubblica islamica. Nel sito di Teheran, spiega l’Aiea, «è stato colpito un edificio dove venivano prodotti e testati rotori per centrifughe avanzate». A Karaj, invece, «sono stati distrutti due edifici dove venivano prodotti diversi componenti per centrifughe». In attesa di capire le decisioni del presidente statunitense Donald Trump in merito all’eventuale intervento di Washington nel conflitto accanto allo Stato ebraico, il Times of Israel annuncia che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha convocato per questa sera alle 22 ora locale un gabinetto dedicato alla sicurezza.
In Israele, dove resta massima l’allerta per la risposta iraniana, dopo cinque notti trascorse entrando e uscendo dai rifugi, le giornate sono scandite dal tentativo di portare avanti una complessa “normalità”, ma anche da momenti di intensa commozione. Questa mattina il presidente israeliano Isaac Herzog è stato nella cittadina araba di Tamra, nel nord, per stringersi alle famiglie Khatib, Diab e Abu al-Hija che piangono la morte delle quattro donne, tra cui una 13enne, uccise da un missile iraniano nella notte tra venerdì e sabato. «Sono venuto a consolare la popolazione di Tamra e attraverso di essa l’intera società araba e israeliana, come un tutt’uno», ha affermato Herzog. «Credo profondamente che siamo destinati a vivere insieme in questa terra e a sognare insieme una vita condivisa fondata sulla pace e sulla dignità umana, nella nostra società e in tutta la regione».