UK – Ente ombrello ebrei britannici sospende cinque membri dopo lettera aperta su Gaza

Il Board of Deputies of British Jews, la più importante organizzazione ombrello dell’ebraismo britannico, ha sospeso cinque suoi rappresentanti. È la linea dura decisa al termine di un confronto interno di alcune settimane dopo che, in aprile, alcuni esponenti del Board avevano aderito a una lettera aperta pubblicata dal Financial Times in cui si sosteneva l’impossibilità di «restare in silenzio» sulla guerra di Gaza e sulle sofferenze subite dai civili palestinesi per mano dell’esercito israeliano. Azioni che i firmatari, presentatisi come «rappresentanti della comunità ebraica britannica, spinti dall’amore per Israele e dalla profonda preoccupazione per il suo futuro», definivano «contrarie ai valori ebraici».
Sono in tutto 36 i firmatari di quella lettera riconducibili al Board of Deputies of British Jews, si legge in una nota diffusa dall’ente nelle scorse ore, contenente l’annuncio di quei provvedimenti. Provvedimenti “estremi” in cinque casi, dedicati secondo l’assise a chi «ha contribuito alla pubblicazione di un comunicato stampa fuorviante» e ha partecipato a dibattiti pubblici «violando le linee guida del Consiglio di identificarsi come rappresentanti dei loro elettori». Il Board ha sanzionato anche un rappresentante «i cui post sui social media sono stati irrispettosi» nei confronti di altri membri dell’organismo e un altro accusato di aver inviato «comunicazioni inappropriate» all’ente. Per gli altri 31 non è scattata la sospensione perché si sarebbero “limitati” a firmare ma senza promuovere attivamente la lettera, informa nella medesima nota il Board of Deputies of British Jews, annunciando che verrà comunque inviata loro una «nota di critica» con un promemoria sulle condotte ritenute non conformi al ruolo. Nel comunicato il Board of Deputies rivendica di essere «un’organizzazione democratica e rappresentativa, di cui tutti i deputati sono membri e in cui hanno il diritto di esprimere liberamente le proprie opinioni» e che le violazioni riscontrate e ratificate «non si riferiscono al contenuto della lettera, ma al comportamento dei firmatari, in misura maggiore o minore, nell’utilizzare la loro posizione per promuoverla».

(Nell’immagine: Phil Rosenberg, presidente del Board of Deputies of British Jews)