USA – Preoccupazione nel mondo ebraico per candidatura Mamdani a New York

La stampa statunitense registra una diffusa inquietudine fra gli ebrei Usa per la vittoria alle primarie democratiche per la candidatura a sindaco di New York di Zohran Mamdani. Figlio del politologo e antropologo Mahmood Mamdani e della regista Mira Nair, nato a Kampala in Uganda 33 anni fa, trasferitosi bambino nella Grande Mela, Mamdani si è distinto nel corso della sua ancor breve carriera politica, iniziata nel solco di Bernie Sanders, per alcune posizioni controverse su Israele e le vicende mediorientali. Appena poche settimane fa, rispondendo a una domanda sull’argomento, ha sostenuto che il concetto di “globalizzare l’Intifada” caro a una parte dell’universo propal non abbia in sé una natura violenta ma sia un modo simbolico per esprimere solidarietà al popolo palestinese e richiedere il rispetto «dei suoi diritti umani». Durante la campagna per le primarie, come riporta tra gli altri il New York Times, Mamdani ha accusato Israele di praticare politiche di apartheid nei confronti dei palestinesi e di essere responsabile di un genocidio a Gaza. «Da sindaco di New York, arresterei Netanyahu», ha dichiarato in una intervista televisiva il neo candidato dem, sostenendo la necessità di «allineare le azioni della città ai valori di New York, fondati sul rispetto del diritto internazionale».
«La vittoria di Zohran Mamdani a New York è un grande impulso per il movimento di boicottaggio di Israele», titola la Jewish Telegraphic Agency, segnalando la sua affinità con le politiche del movimento Bds. Mamdani ne è un sostenitore perché, come ha rivendicato di recente, è in linea «con il nucleo della mia politica, che è la non violenza». Parole che saranno state musica per le orecchie della madre, attivista Bds di lungo corso. «Verrò quando l’apartheid sarà finita», rispose agli organizzatori del Festival del Cinema di Haifa che l’avevano invitata alla rassegna nel 2013. La vittoria di Mamdani contro il suo sfidante Andrew Cuomo sta scaldando gli animi. Tra i più inquieti c’è Sacha Roytman, ceo del Combat Antisemitism Movement, secondo il quale «il preoccupante passato di Mamdani nel sostenere il Bds e nel legittimare la retorica del “globalizzare l’Intifada” dovrebbe essere squalificante per una carica pubblica in una città che ospita la più grande comunità ebraica al di fuori di Israele». La notizia è arrivata anche in Israele, dove il fumettista Uri Fink, parodiando una copertina del New Yorker, ha realizzato una caricatura di Mamdani con kefiah, cocomero e mezzaluna islamica.