ISRAELE – I missili non fermano la ricerca, la nuova scoperta del Weizmann

Pochi giorni prima di pubblicare il proprio studio – che potrebbe cambiare la diagnosi delle malattie del sangue – il laboratorio del professor Liran Shlush al Weizmann Institute di Rehovot è stato colpito da un missile iraniano. L’edificio è stato gravemente danneggiato. I congelatori che custodivano anni di lavoro rischiavano di spegnersi. In una corsa contro il tempo, il team di ricerca – composto da studenti, medici e scienziati – ha messo in salvo i campioni clinici, i dati genetici e i risultati di un’intera carriera. «Non ci siamo preoccupati di noi stessi. Abbiamo corso da un congelatore all’altro, salvando non solo il nostro lavoro, ma anche quello di molti altri», ha raccontato Shlush.
Nonostante la distruzione e lo shock, Shlush e il collega Amos Tanay hanno completato il proprio lavoro e pubblicato sulla rivista Nature Medicine i risultati della propria ricerca, che, spiega il Weizmann, potrebbe segnare una svolta epocale nella medicina ematologica: un semplice esame del sangue capace di rilevare precocemente la leucemia e altre gravi patologie del sangue, sostituendo la dolorosa e invasiva biopsia del midollo osseo.
L’alternativa sviluppata dai ricercatori del Weizmann è un esame del sangue basato sul sequenziamento genetico di singole cellule staminali rare che, in casi sporadici, lasciano il midollo osseo e circolano nel sangue periferico.
Grazie a tecnologie di analisi avanzate e all’impiego dell’intelligenza artificiale, i ricercatori sono riusciti a isolare e decodificare queste cellule, che contengono informazioni cruciali sullo stato di salute del sistema ematopoietico. Il risultato spiegano gli scienziati al sito ynet è una diagnosi precoce, precisa e non invasiva.
I risultati dello studio non sono legati solo alla diagnosi. I dati hanno mostrato che le cellule staminali del sangue cambiano con l’età e possono indicare quanto velocemente stiamo invecchiando. Una delle scoperte più interessanti riguarda la differenza tra uomini e donne: negli uomini, queste cellule invecchiano prima, il che potrebbe spiegare la loro maggiore predisposizione ai tumori ematici.
«Il sistema del sangue è sia specchio che sentinella del nostro stato di salute», ha sottolineato a ynet il professor Shlush. «Osservando le mutazioni genetiche delle cellule staminali, possiamo prevedere non solo i tumori del sangue, ma anche altre malattie legate all’età come diabete e disturbi cardiovascolari».
La ricerca, già in fase di sperimentazione clinica in vari centri medici nel mondo, è frutto di una collaborazione internazionale che ha unito biologi, medici e data scientist. Il team è guidato da Nili Furer, Nimrod Rappoport e Oren Milman. Questo lavoro, spiegano gli scienziati del Weizmann, si inserisce in una visione più ampia: usare il sangue come finestra sul corpo, anticipare le malattie, personalizzare le cure.