BOLOGNA – Quarto mandato per De Paz: Rapporti con le istituzioni una delle priorità

«Ripristinare e riconfermare una serie di equilibri con l’amministrazione pubblica. Dare un contributo affinché un’opinione pubblica piuttosto accesa abbassi i toni».
Daniele De Paz mette questi due obiettivi al centro del suo nuovo mandato alla presidenza della Comunità ebraica di Bologna, il quarto consecutivo, deliberato nelle scorse ore dal nuovo Consiglio comunitario. In Giunta, annuncia, lo affiancheranno il neo vicepresidente Emanuele Ottolenghi e il neo assessore al Bilancio, Yoram Banin. Mentre agli altri consiglieri Ines Miriam Marach e David Menasci sono state assegnate rispettivamente la delega alla Cultura e quella alla Sicurezza.
De Paz, che è un architetto, spiega che molte sono le sfide sul fronte interno ed esterno. «Il rapporto con tutta una serie di istituzioni non è scontato, come si è più volte visto negli scorsi mesi», osserva, riferendosi in particolare alle istanze di boicottaggio anti-Israele promosse a livello di amministrazione e in ambito universitario. «Bologna è un contesto complicato. Lavoreremo al meglio delle nostre possibilità per promuovere un clima di dialogo e rispetto con tutte le realtà, religiose e politiche», afferma De Paz. «Conto anche sull’aiuto del vicepresidente, che non ha avuto deleghe specifiche e mi affiancherà in questo impegno». Internamente invece, l’idea è di ripristinare l’istituzione di una Consulta «affinché svolga un ruolo di interfaccia tra la Comunità e il Consiglio» avvalendosi in prima istanza del contributo dei candidati non eletti all’ultima tornata elettorale. Sempre internamente «intendiamo rinnovare la fiducia al nostro ministro di culto, Marco Del Monte, che sta svolgendo un lavoro prezioso e si sta consolidando nel suo percorso di studi rabbinici». L’idea è anche di continuare a promuovere «la posizione baricentrica» di Bologna come punto di riferimento per tante piccole e medie Comunità del centro e nord Italia. In questo senso, conclude De Paz, «andremo avanti con il progetto Reshet per il rafforzamento di occasioni di incontro tra persone di città diverse: Bologna è la capofila di questo sforzo, segnato finora da un grande successo».

Adam Smulevich