CINEMA – Viaggi, ritorni e identità perdute al Jerusalem Film Festival

Anat è una madre, un’insegnante e un’appassionata di poesia, e da tempo prepara un viaggio in India con il figlio Ido, che sta per concludere il servizio militare. Ma i suoi piani si scontrano con la realtà d’Israele: una nuova guerra è scoppiata e il figlio viene richiamato. In un gesto disperato, Anat decide di attraversare il paese da sola per riportarlo a casa. È la trama di Oxygen, il nuovo film della regista israeliana Netalie Braun, che sarà presentato in anteprima al Jerusalem Film Festival, in programma dal 17 al 26 luglio 2025.
Il tema del viaggio attraversa molte parte delle opere in concorso. È il caso di Lingua Straniera, firmato da Michal Brezis e Oded Binnun, già presentato al Tribeca Film Festival: una donna, in attesa del marito all’aeroporto, si ritrova improvvisamente in compagnia di uno sconosciuto, raccolto per errore. “È l’inizio di un viaggio insolito, sospeso tra identità confuse e desideri irrisolti”, spiega il quotidiano Maariv.
In Mama di Or Sinai, presentato in anteprima all’ultimo Festival di Cannes, una donna polacca emigrata in Israele lavora come domestica a Cesarea, nel tentativo di assicurare un futuro dignitoso alla famiglia. Un incidente la porta a tornare, dopo diversi anni, nel suo villaggio in Polonia, una comunità rurale povera e immutabile. Qui scopre che non solo i luoghi, ma anche i legami più intimi sono stati trasformati dal tempo. Il ritorno, anziché riconciliazione, diventa sradicamento.
Con toni più intimi, Case, opera prima di Veronika Nicole Tatelbaum, segue Sasha, persona non binaria emigrata in Israele dall’Unione Sovietica negli anni ’90, che ritorna nelle case della sua infanzia a Safed per affrontare traumi e paure del passato.
Nandauri di Eti Tsiko è invece ambientato in un remoto villaggio tra le montagne della Georgia, dove l’arrivo di una donna straniera (interpretata da Neta Riskin) sconvolge la pace della comunità.
Ironia e disincanto sono i registri di Perché sei brutta di Sharon Engelhardt, in cui una giovane soldatessa si concede un weekend a Gerusalemme con un obiettivo preciso: perdere la verginità. Ma la notizia della gravidanza della sorella sconvolge i suoi piani.
È una commedia anche Bella, firmato da Zohar Shahar e Jamal Khalaila: due amici partono per recuperare una rara colomba da vendere a una principessa del Golfo. Tra checkpoint e altri ostacoli da superare, i due sono protagonisti di un’avventura tragicomica.
Il mare di Shay Carmeli-Pollak, racconta la storia di Khaled, un ragazzo di 12 anni di un villaggio vicino a Ramallah, che va al mare con la sua classe in gita scolastica. A differenza dei suoi compagni, non gli è permesso attraversare il checkpoint. Deluso, Khaled decide di andare comunque, e suo padre – lavoratore irregolare in Israele – lo segue per riportarlo a casa.

I documentari
Accanto alla fiction, il festival ospita anche il concorso per documentari, con sei pellicole candidate che affrontano questioni storiche e sociali. Ghiaccio sottile di Udi Kalinsky e Irit Hod indaga le fratture generazionali nella comunità drusa. Yini di Israela Shaer-Maoz punta la lenta sulla ferita dei bambini yemeniti scomparsi, seguendo la regista nella ricerca della zia mai ritrovata.
Il sognatore di Kobi Farag rende omaggio all’attore Yosef Shiloach, icona del cinema e figura scomoda per il suo attivismo politico, attraverso filmati inediti girati dalla figlia. In Malachi, Ido Behat e Noam Damsky raccontano la storia di un neonato con una rara sindrome, abbandonato e adottato dalla sua ostetrica. Una strada a Silwan di Bisan Tibi restituisce la tensione quotidiana in una via del quartiere arabo di Gerusalemme Est, e in Una primavera pazza di Hen Shelach, una madre cerca di raggiungere suo figlio, rinchiuso nella propria malattia mentale.
A inaugurare ufficialmente il festival, il 17 luglio, sarà Sentimental Value di Joachim Trier, vincitore del Grand Prix a Cannes: una riflessione intima sui legami familiari e la reinvenzione di sé. «Il cinema ci accompagna nei momenti di crisi, ci sfida e ci consola», ha sottolineato Orr Sigoli, direttore artistico del festival, presentando il programma. «Anche quest’anno il nostro obiettivo è quello di offrire al pubblico storie che parlano con onestà, che fanno riflettere e che possano aprire varchi nella realtà».

(Nell’immagine, un fotogramma dal film Oxygen)