ISRAELE – Sergio Della Pergola: «Modifica a Legge del Ritorno indebolirebbe progetto sionista»

Da tempo l’attuale governo israeliano discute la possibilità di modificare la Legge del Ritorno, la norma che fin dal 1950 garantisce a chiunque abbia origini ebraiche il diritto di immigrare in Israele (aliyah) e ottenere la cittadinanza. Al centro del dibattito c’è la cosiddetta “clausola del nipote”, introdotta nel 1970, che estende questo diritto anche a chi ha almeno un nonno ebreo. Negli ultimi anni sono state avanzate diverse proposte per abolire questa clausola, considerate da alcuni esponenti della maggioranza come un pericolo per la definizione identitaria dello stato ebraico. L’ultima iniziativa in tal senso è stata presentata dal parlamentare di estrema destra Avi Maoz, leader del partito Noam, e sarà presto sottoposta all’esame della commissione legislativa della Knesset (il parlamento israeliano).
«La destra governativa lo sostiene, almeno in teoria. Ma l’Agenzia ebraica – incaricata di promuovere e facilitare l’immigrazione degli ebrei in Israele – è contraria. Come ho detto in passato: è una mossa dallo scarso effetto pratico, ma grave dal punto di vista simbolico e, in definitiva, molto stupida» spiega a Pagine Ebraiche il demografo Sergio Della Pergola, professore emerito all’Università Ebraica di Gerusalemme e punto di riferimento per gli studi sulla popolazione ebraica.
L’effetto quantitativo della modifica sarebbe limitato, chiarisce Della Pergola. «I cosiddetti “nipoti non ebrei” che potrebbero fare aliyah (immigrare) secondo la legge attuale rappresentano una frazione minima della popolazione israeliana. In un articolo in via di pubblicazione nel nuovo volume Studies in Contemporary Jewry (Oxford University Press) ho dimostrato che i numeri sono molto modesti» afferma. Su oltre 10 milioni di abitanti, solo poche decine di migliaia sono immigrati in Israele grazie a questa clausola. La sua previsione è che nel 2037 gli immigrati considerati non ebrei dalla Legge Ebraica (Halakhah) saranno appena lo 0,94% della popolazione ebraica. «Questo è il livello reale di impatto demografico della clausola del nipote» osserva il demografo. Un dato, prosegue, che confuta quanto ventilato da Maoz per giustificare la modifica: ovvero che l’attuale formulazione della legge minaccerebbe l’identità ebraica dello stato di Israele.
«La realtà è esattamente opposta», afferma Della Pergola. «Limitare l’ingresso dei nipoti non ebrei non protegge l’identità ebraica, ma rischia di indebolire il progetto sionista, disincentivando l’immigrazione anche degli ebrei stessi. Le famiglie oggi non si separano: se non viene ammesso il nipote, spesso non parte neanche il nonno che secondo la Halakhah, la legge ebraica, è ebreo». Chi poi promuove la limitazione della Legge del Ritorno, prosegue il demografo, è lo stesso che vorrebbe «l’annessione della Cisgiordania, che significherebbe integrare milioni di palestinesi nel sistema statale israeliano, minando in modo ben più significativo l’identità ebraica dello stato o la sua democraticità».
Nel saggio per Studies in Contemporary Jewry, Della Pergola individua un bivio fondamentale per Israele: «Il paese deve scegliere se essere “più ebraico” secondo una definizione ristretta e confessionale, oppure più vicino alla propria missione storica: offrire rifugio al popolo ebraico nella sua pluralità».
Nello studio, il demografo ricorda anche come, dopo il 7 ottobre, il saldo migratorio sia tornato negativo: le partenze da Israele superano gli arrivi. Ma sottolinea che la maggioranza di chi lascia non è ebreo secondo la Halakhah; dunque il fenomeno non mette in discussione l’equilibrio identitario dello stato. Al contrario, conferma quanto l’impatto dei cosiddetti “nipoti non ebrei” sia in realtà «minimo e spesso transitorio», poiché tendono a emigrare per primi nei periodi di crisi.
Non una giustificazione per modificare la Legge del Ritorno, conclude Della Pergola. «Le modifiche restrittive proposte rafforzerebbero il fattore di repulsione migratoria di Israele, indebolendo al contempo il suo fattore di attrazione».
d.r.
(Foto dell’Agenzia ebraica)