UCEI/1 – Approvato all’unanimità il bilancio 2024 Elezioni rinnovo Consiglio il 14 dicembre

Gli effetti dirompenti del 7 ottobre 2023, della guerra contro Hamas e della successiva ondata di antisemitismo hanno aperto ferite profonde nella coscienza collettiva del mondo ebraico italiano. Il futuro si presenta denso di sfide e interrogativi proprio mentre si conclude una fase istituzionale importante: il Consiglio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI) si è riunito ieri a Roma per approvare il Bilancio consuntivo 2024. L’ultimo del mandato quadriennale del Consiglio, che si rinnoverà il prossimo 14 dicembre con le elezioni per nominare i nuovi delegati Ucei.
Il Bilancio è stato approvato all’unanimità e, ha spiegato l’assessore al Bilancio Ucei Davide Romanin Jacur, «si chiude in maniera più che soddisfacente, con un avanzo di esercizio. Un risultato che riflette la solidità della gestione economica dell’ente». Romanin Jacur ha poi illustrato alcuni dati principali del consuntivo. Accanto ai numeri, è stata l’occasione per riflettere sulle sfide strategiche che attendono l’ebraismo italiano. Il nodo più sensibile resta l’8 per mille, principale fonte di entrata per l’Unione. «È difficile prevedere l’impatto dell’ondata di antisemitismo che ha seguito i tragici eventi del 7 ottobre», ha avvertito Jacur. «Non so se riusciremo a mantenere questi livelli: dobbiamo essere i primi a firmare e a sollecitare ogni persona delle nostre comunità a farlo. Anche chi non ha redditi può contribuire».
Oltre alle considerazioni economiche, la relazione ha offerto uno sguardo ampio e articolato sull’attività dell’Unione, toccando ambiti centrali per la vita ebraica italiana: cultura, educazione, sostegno sociale, valorizzazione del patrimonio storico e immobiliare, sicurezza e contrasto all’antisemitismo, sia a livello nazionale che europeo, attività per il Sud Italia.
I giovani
Tra i temi strategici emersi, molta attenzione è stata riservata alle politiche giovanili, con la presentazione da parte dell’assessore ai Giovani Simone Mortara delle attività svolte nell’ultimo anno. Una è in fase embrionale ed è nata nel segno del progetto di formazione Firgun: si chiama Nosei Or (in ebraico, portatori di luce), è stata ideata da alcuni giovani, tra cui Micol Campagnano e Ghila Schreiber, che l’hanno presentata al Consiglio. L’obiettivo è creare un gruppo di ragazzi che si rechino in alcune piccole comunità per creare momenti di vita ebraica. Sempre rivolta alle nuove generazione è il progetto “Tra Resistenza e Resa: per (Soprav)vivere liberi!”, giunto alla terza edizione e presentato da Saul Meghnagi. Una riflessione sul ruolo della memoria della Shoah nell’attuale dibattito pubblico, con il coinvolgimento di studenti delle superiori.
Il saluto dell’ambasciatoreI lavori si sono aperti con il saluto dell’ambasciatore d’Israele a Roma, Jonathan Peled, preoccupato per la crescita di episodi di antisemitismo in Italia nel post 7 ottobre. Quanto al conflitto, il diplomatico ha ricordato la fase di incertezza che vive il Medio Oriente. «Speriamo, con l’aiuto del presidente Usa Donald Trump, di arrivare a un cessate il fuoco a Gaza. Ci sono ancora 50 ostaggi nelle mani di Hamas e il governo ha dato il suo sostegno a un’intesa». Peled ha rivendicato il successo militare di Israele nell’operazione contro l’Iran, auspicando che «si traduca in un risultato diplomatico a Gaza». In Italia, invece, «serve calmare la retorica pericolosa contro Israele ed ebrei, usata troppo spesso per guadagnare consensi politico», ha ammonito l’ambasciatore. «Supereremo questa situazione, ma dobbiamo lavorare uniti».
Il volume Ucei contro le distorsioni su Israele
Uno strumento in questa direzione è la pubblicazione Parole in Conflitto, edita dell’Unione: un compendio per contrastare le distorsioni linguistiche emerse nel discorso pubblico dopo il 7 ottobre 2023. «Dal sionismo all’Unrwa, vogliamo offrire al lettore parole chiave per comprendere quanto accade in Medio Oriente», ha spiegato l’assessore alla Comunicazione, Davide Jona Falco. Nella prefazione, la presidente UCEI Noemi Di Segni sottolinea la necessità di «recuperare un lessico che favorisca il dialogo» e denuncia «la pericolosità insita nella manipolazione delle parole, capace di generare nuove forme di intolleranza».
Responsabilità, la lezione della parashah
Sul tema della responsabilità è intervenuto rav Giuseppe Momigliano, che ha offerto al Consiglio un breve commento alla parashah di Chukkat: Mosè colpisce la roccia anziché parlarle come comandato e, per questo errore, lui e suo fratello Aronne vengono privati del privilegio di entrare in Eretz Israel. «La severità della punizione di Mosè insegna che più alta è la responsabilità di una persona, più rigoroso è il rendiconto delle sue azioni. Vale per una guida del popolo, ma anche per ciascuno di noi, nei ruoli quotidiani», ha osservato Momigliano. Ciascuno ha la responsabilità, ha proseguito il rav, di contrastare le distorsioni su Israele e sull’ebraismo. «Quando concetti come Am segulah, il popolo scelto da Dio, vengono fraintesi o deformati emergono i pregiudizi, le accuse e le forme più o meno esplicite di antisemitismo. Anche questo è un tema che si collega alla parashà: la distorsione del ruolo e della missione del popolo ebraico genera ostilità e incomprensione. Ciascuno di noi deve impegnarsi per contrastarlo».
Informazione e benemerenze
In tema di informazione, il Consiglio ha conferito tre attestazioni di benemerenza ai giornalisti Massimo Lomonaco, Claudio Cerasa e Annalisa Chirico per il loro contributo a un racconto equilibrato di Israele e del conflitto a Gaza.
Daniel Reichel