ROMA – L’ambasciatore d’Israele in Senato: informazione manipolata contro di noi

«La demonizzazione di Israele è di fatto mainstream». È il pensiero dell’ex ministro degli Affari Esteri e ambasciatore d’Italia in Israele, Giulio Terzi di Sant’Agata. Oggi senatore di Fratelli d’Italia e presidente della commissione Politiche dell’Unione Europea di Palazzo Madama, Terzi di Sant’Agata ha inaugurato un incontro dedicato a tre libri “contro la disinformazione su Israele” nella sala dell’Istituto Santa Maria in Aquiro del Senato. I tre libri sono La cultura dell’odio. Media, università e artisti contro Israele (ed. Lindau) di Nathan Greppi, La guerra antisemita contro l’Occidente (ed. Giubilei Regnani) di Fiamma Nirenstein e Nicoletta Tiliacos e Ritorno a Sion (ed. Studium) di Claudia De Benedetti, David Elber, Niram Ferretti e Ugo Volli, tutti di recente uscita, e per il senatore vanno letti come argine conoscitivo rispetto «all’ondata di antisemitismo che si sta abbattendo sull’Italia e l’Europa». Per Jonathan Peled, l’ambasciatore d’Israele a Roma, si tratta di «tre letture preziose per favorire la cultura della responsabilità e del rispetto dei fatti in un’epoca in cui la manipolazione dell’informazione è un’arma di propaganda». In questo senso, ha aggiunto, «conoscere e denunciare diventa uno scudo fondamentale». L’ambasciatore ha poi definito gli autori dei saggi dei «soldati della verità», contrapposti «ai cattivi maestri che diffondono pregiudizio e odio». Pure Andrea Cangini, il segretario generale della Fondazione Luigi Einaudi, ha lanciato l’allarme: c’è un grave pregiudizio su Israele «diffuso nei grandi media e nel mondo della cultura» e varie università stanno seguendo a suo dire quest’onda «per conformismo e per paura di minoranze agguerrite e scalmanate». Moderati da Matteo Angioli, segretario del Global Committee for the Rule of Law (Gcrl) “Marco Pannella”, sono intervenuti infine tre autori. «Il confine tra antisemitismo e antisionismo è molto più sottile di quanto in molti vogliano far credere», ha sostenuto Greppi. Elber ha illustrato le ragioni che hanno portato alla stesura del saggio storico a più mani al quale ha contribuito: «Il popolo ebraico non si può scindere dalla sua terra, si fonda in terra d’Israele e in special modo a Gerusalemme». Nirenstein ha denunciato «un’esplosione di antisemitismo mostruosa», ma anche ravvisato vari motivi di speranza per il Medio Oriente. Secondo la giornalista, «Israele sta portando avanti una politica meravigliosa con il mondo arabo» e questo rapporto «fiorirà sempre di più».