L’INTERVENTO – Oltre Monte Porzio Catone, se una sezione del Pd riflette la sinistra italiana

di Valentina Belgrado e Aldo Winkler

I fatti sono ormai noti.
Presso il Pd di Monte Porzio Catone, il 3 luglio 2025, è stato organizzato un incontro pubblico sulla situazione di Gaza, dal titolo: “Stop al Massacro”, promosso dall’Anpi Frascati – Grottaferrata, di cui era già evidente l’intento dalla locandina. Questa, nella versione inviata a scopo promozionale dalla Sezione del Pd, non riportava la presenza di Marina Argada in qualità di relatrice per il Bds Italia.
Siamo molto affezionati a quel circolo Pd, dove abbiamo partecipato a diversi eventi culturali che, all’epoca del nostro trasferimento da Roma e Firenze a Monte Porzio Catone, ci permisero di inserirsi nell’allora fervido attivismo di un paese che nel tempo abbiamo frequentato sempre meno.
La nostra partecipazione all’evento è stata senz’altro animata da voglia di comprendere fino a che punto ci si potesse spingere a livello di trattazione unilaterale del conflitto. Infatti, era ovvia già dalla locandina la faziosità di un incontro proditoriamente chiamato “dibattito”, mancando tra i relatori una presenza che potesse esprimere il punto di vista israeliano sul conflitto in corso. Erano diversi poi i motivi di pregiudizio, avendo l’Anpi apposto il proprio logo dedicato all’80° Anniversario della Liberazione fuori contesto e competenza in un evento del genere che, piuttosto, doveva essere territorialmente legato alla Resistenza nei Castelli Romani e al fondamentale contributo degli ebrei italiani raccontato da Pino Levi Cavaglione nel suo diario Guerriglia nei Castelli Romani. Le cartine sull’evoluzione territoriale della Palestina dal 1917 all’epoca attuale non sono neppure commentabili, per quanto notoriamente false in tutti i piani storico-politici che intenderebbero rappresentare, con la cui diffusione il circolo del Pd si è assunto la responsabilità di contravvenire all’obbligo di proporre contenuti atti a non diffondere pregiudizio e falsi storici.
Abbiamo potuto apprezzare l’intervento accorato a cura di Emergency, e quello del delegato di Amnesty International, di cui è stato contestabile il solo uso della parola genocidio, unico rappresentante che ha parlato della tragedia del 7 ottobre e delle difficoltà, anche a livello di reperimento di fonti affidabili e statisticamente riscontrabili, di trattare dati riguardanti una forza di natura terroristica quale Hamas.
Per quanto riguarda gli altri interventi, possiamo soltanto ribadire che presso una sede del Pd  — forza politica che si definisce democratica che ha ambizioni di governo —  si è consumato un evento di propaganda anti-occidentale, violentemente antisionista, antisemita e anti-storica, che può essere soltanto marginalmente rappresentata da ciò che andiamo brevemente a descrivere, non potendo purtroppo raccontare gli sguardi, le espressioni letteralmente (ma anche oralmente) di schifo che abbiamo subito e il livello di recepimento acritico di ciò che è stato narrato.
Una sezione del Pd si è permessa di consegnare al pubblico un delirio autoriferito sul boicottaggio con elenchi di ditte, supermercati e aziende da boicottare, invitando persino a non assumere medicinali, qualora riconducibili a Israele, e a mettere in crisi, fino a farli fallire, persino piccoli negozi locali che vendono prodotti di origine israeliana. La rappresentante Bds, da noi contestata per aver parlato dello Stato ebraico come “territorio che adesso viene chiamato Israele”, ha replicato sostenendo che Israele è lo Stato più razzista del mondo.
Il termine più adatto a descrivere l’intervento del presidente della Comunità palestinese di Roma è comizio.
Si è trattato di un esercizio dialettico intriso di odio antiamericano, antisraeliano e antiebraico, per quanto il rappresentante palestinese stesso abbia riferito di non avercela contro gli ebrei romani e di aspirare a una sola terra in cui laicamente convivano ebrei, palestinesi e cristiani. Dalla continua ostentazione delle mappe di cui sopra, fino al lungo sproloquio sulla natura di Israele quale Stato creato dagli americani per controllare il mondo e rubare le ricchezze agli arabi, è arrivato a sostenere che il sionismo sia peggio del nazismo, nel silenzio del rappresentante dell’Anpi, inducendo interrogativi evidentemente subdoli su come mai Italia e Germania, complici della Shoah, ora favoreggino Israele, il tutto consumato tra l’approvazione del pubblico. Per giunta, alimentando la consueta falsa narrazione che Israele sia nato come una sorta di risarcimento concesso a seguito della persecuzione nazifascista, e che non ci sia modo di controbattere a un popolo che pretende di avere terre in quanto popolo di Dio.
Essendo terminati gli interventi dei relatori, a seguito dell’insistente richiesta di prendere la parola, credevamo fosse arrivato il momento di controbattere. Ma è stato dato prima spazio ad altri ospiti, e la discussione ha preso a quel punto un’altra piega, esplicitamente antisemita. Un ospite del pubblico è intervenuto per sostenere che gli ashkenaziti controllano le ricchezze del mondo e decidono le guerre. Con il pubblico sempre più convinto e consenziente. Purtroppo, la narrazione seguente non può procedere al plurale – con un noi – perché ci è stato impedito. E proseguo la narrazione come Aldo. Ero ormai pronto per il mio intervento, in cui ho rivendicato la mia origine ashkenazita, ironizzando su una posizione economica tale da consentirci comunque di vivere in affitto e, a quel punto, l’ospite di cui sopra mi ha risposto sostenendo che, in quanto ashkenazita, sarei comunque complice di Netanyahu e, pertanto, assassino. Mentre il pubblico continuava ad applaudire e annuire, Valentina, offesa per queste indegne affermazioni, ha risposto con veemenza allo spettatore e a tutti coloro che, intorno a lui, continuavano a dare cenni di approvazione e sostegno a quelle offese antisemite. È stata sostanzialmente costretta ad abbandonare la sala lei, anziché lo spettatore antisemita, e poi interdetta dal rientrare. Voglio ribadire qui che Valentina non ha mai chiesto di tornare a casa, anzi, ha voluto che restassi lì per portare avanti il mio intervento, in cui il rappresentante palestinese mi ha interrotto a ogni parola proferita. Ho sottolineato alla rappresentante Bds quanto il suo comportamento fosse corresponsabile anche della perdita di impiego di tanti palestinesi, per sentirmi rispondere che sono lavoratori schiavizzati. Il tutto, nella connivente gestione, inadeguata e reticente, del segretario locale del Pd, che vogliamo continuare a ritenere persona equilibrata, in grado di rendersi conto di quanto sia accaduto, anziché continuare a portare avanti il leitmotiv del non essere antisemita, accusa che peraltro mai gli è stata rivolta.
Ora, è necessario uscire dal contesto monteporziano, comprendendo piuttosto quanto questi eventi che propagandano disinformazione e odio si diffondano a livello sempre più capillare, contando sulla possibilità di sobillare audience sempre più allineate alla narrazione mainstream. Al di là delle parole francamente antisemite, è ora di obbligare Pd, Anpi Cgil e associazionismo di sinistra a fare una scelta precisa e netta, in cui non ci siano equivoci e smarcamenti dialettici sui piani del contrasto all’antisemitismo e all’antisionismo.
Siamo stati testimoni di un vile mercimonio in cui Gaza è stata sfruttata, come sempre più spesso accade, come parola magica per inculcare visioni antistoriche non del conflitto in corso, bensì della stessa esistenza, natura e legittimità dello Stato d’Israele, deridendo il dramma del 7 ottobre fino al punto di sostenere che i palestinesi fatti del genere, li subiscano continuamente. I circoli del Pd non possono diventare zone franche in cui si può liberamente promuovere il BDS e propagandare odio antioccidentale e antiebraico: questa esperienza arrivi alle dirigenze nazionali dell’associazionismo coinvolto, perché se ne assumano la dovuta responsabilità.
Intendiamo concludere con un messaggio positivo, approfittando di questo spazio per ringraziare con affetto tutti coloro che hanno sostenuto le nostre posizioni, decisamente maggioritari rispetto ai pochi messaggi di sostegno all’evento. L’Ucei ci ha onorati di parlare di quanto accaduto al Consiglio di domenica 6 luglio, in cui abbiamo avuto modo di incontrare l’onorevole Pina Picierno, cui vogliamo rivolgere un caro saluto per il modo con cui ha voluto onorarci con la sua deliziosa attenzione e disponibilità. Ringraziamo il Nes e Sinistra per Israele per i comunicati stampa che hanno diffuso verso l’esterno questi accadimenti, trattati poi da “Il Tempo”, “Il Riformista” e “Libero”. Sinistra per Israele – due popoli due stati – è stata per me, Aldo, una palestra politica importante e qualificata, con cui comprendere e agire dall’interno su quanto sta accadendo nella sinistra italiana.