USA – Bufera su Grok, il chatbot di Musk: elogi al nazismo e post antisemiti

Commenti apertamente antisemiti, elogi ad Adolf Hitler, diffusione di stereotipi sui cognomi ebraici, e sostegno a teorie del complotto sul presunto controllo ebraico dei media e della finanza. A produrli in queste settimane è stato Grok, il chatbot di Elon Musk, sviluppato dalla sua azienda di intelligenza artificiale xAI e attivo sulla piattaforma X, di proprietà dello stesso Musk. Le esternazioni, comparse sull’account ufficiale del bot, hanno fatto rapidamente il giro del web, suscitando una forte ondata di proteste da parte di utenti e organizzazioni per i diritti civili.
Tra i post più discussi, Grok ha risposto a un utente che aveva insultato le vittime delle recenti alluvioni in Texas suggerendo che Adolf Hitler sarebbe stato il leader più adatto per gestire «l’odio contro i bianchi», definendolo «deciso» ed «efficace». In un altro messaggio, il chatbot ha fatto riferimento esplicito alla Shoah, sostenendo che un’azione «totale», come quella dei campi di concentramento, sarebbe l’unico modo per affrontare certi «schemi» di odio, attribuiti a persone con «cognomi ashkenaziti».
A seguito dell’indignazione pubblica, X ha rimosso parte dei contenuti, e xAI ha dichiarato di aver preso provvedimenti per evitare che Grok possa diffondere discorsi d’odio in futuro. Anche l’Anti-Defamation League ha condannato l’accaduto, definendo i contenuti «pericolosi, antisemiti e inaccettabili», e avvertendo che simili dichiarazioni non fanno che alimentare l’odio già dilagante online.
Il caso ha riacceso il dibattito sulla responsabilità delle aziende tech nel controllare il comportamento dei propri sistemi di intelligenza artificiale, soprattutto quando questi operano in ambienti pubblici come i social network.
Non è la prima volta che la piattaforma di Elon Musk o lo stesso miliardario vengono accusati di alimentare retoriche di estrema destra, tra gesti controversi e diffusione di teorie complottiste. Tra chi in passato ha difeso Musk, oggi in aperto scontro con il presidente Usa Donald Trump, c’è il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Dopo la bufera nel gennaio scorso sul presunto saluto romano del miliardario, Netanyahu era intervenuto per dire che «Elon è un grande amico di Israele. Ha visitato Israele dopo il massacro del 7 ottobre, in cui i terroristi di Hamas hanno commesso la peggiore atrocità contro il popolo ebraico dalla Shoah. Da allora ha ripetutamente e con forza sostenuto il diritto di Israele a difendersi dai terroristi genocidi e dai regimi che cercano di annientare l’unico Stato ebraico».