GERUSALEMME – Delegazione di imam da Herzog per promuovere dialogo e fratellanza

Hassen Chalghoumi, il presidente della conferenza degli imam di Francia, vive da anni sotto scorta per le sue battaglie contro il radicalismo e l’antisemitismo diffuso all’ombra di alcune moschee fuori controllo. «Tra tanti nostri giovani c’è un problema di ignoranza. Sanno poco o niente di quel che davvero succede e le informazioni le raccolgono in genere dai social network, dove l’odio antisemita dilaga», raccontava a Pagine Ebraiche nel 2023, poche settimane dopo il 7 ottobre. La sua battaglia prosegue nonostante le minacce, in Francia e non solo.
Negli scorsi giorni Chalghoumi ha guidato una delegazione di colleghi in visita dal presidente israeliano Isaac Herzog, nella sua residenza di Gerusalemme. Una missione organizzata dalla ong Elnet che punta al rafforzamento delle relazioni tra Israele e i paesi dell’Unione Europea. Un obiettivo condiviso da Chalghoumi e gli altri leader religiosi. «Il nostro», ha dichiarato, «è un messaggio di fratellanza e solidarietà, unito a una preghiera sentita affinché gli ostaggi tornino a casa in pace e affinché il dolore e la sofferenza dei civili innocenti a Gaza finiscano». Per Chalghoumi, «quello a cui abbiamo assistito dal 7 ottobre non è semplicemente un conflitto tra Israele e Hamas, né tra Israele e Hezbollah: voi rappresentate il mondo della fratellanza, dell’umanità, della compassione, i valori della democrazia e della libertà».
Nel dare il benvenuto alla delegazione, il presidente Herzog ha affermato: «Siamo tutti figli di Abramo e credo che il progresso storico nella nostra regione sia un progresso di dialogo – tra musulmani ed ebrei, e tra ebrei e musulmani. Di fronte alle forze radicali che cercano di bloccare questo progresso e il vero desiderio di Isacco e Ismaele di vivere insieme, ci sono altre forze, che si rafforzano ogni giorno di più, che stanno portando avanti questa visione». Herzog si è soffermato sull’importanza di “riparare il mondo” ed espresso la speranza di una pace anche «con la Siria, con il Libano, con l’Arabia Saudita e che continueremo ad andare avanti».
Nella delegazione c’erano alcuni italiani. Tra loro Ali El Aarja, di origine marocchina, che opera a Torino. «Ho già fatto il pellegrinaggio alla Mecca e a Medina, stavo aspettando di venire a Gerusalemme», ha detto al Times of Israel. «Siamo qui per inviare un messaggio di pace ai nostri fratelli palestinesi ed ebrei: non vogliamo la guerra, speriamo di poter tornare al dialogo».
Il messaggio di dialogo e apertura è costato il posto a uno dei partecipanti: Youssef Msibih, guida religiosa della moschea Bilal di Alkmaar, nel nord dei Paesi Bassi, è stato sospeso dal suo ruolo dopo aver preso parte all’incontro con Herzog. «A seguito delle recenti dichiarazioni politiche dell’imam, il Consiglio della moschea ha deciso di sospenderlo con effetto immediato», ha reso noto la moschea, senza dare ulteriori spiegazioni. «Da questo momento, la nostra istituzione non ha più alcun rapporto con lui».
(Foto – Ufficio della presidenza d’Israele)