REGNO UNITO – Antisemitismo sistemico, l’allarme in un rapporto bipartisan
Dieci raccomandazioni su come affrontare l'emergenza

Ospedali, sindacati, ordini professionali, scuole, festival artistici: l’antisemitismo nel Regno Unito si è insinuato in profondità nelle istituzioni pubbliche e nella società civile. Non si tratta di casi isolati, ma di una condizione diffusa e spesso ignorata, che ha lasciato molti ebrei britannici con la sensazione di non avere più un luogo sicuro al di fuori della propria comunità. È quanto emerge dal rapporto pubblicato dalla Commissione sull’antisemitismo del Board of Deputies of British Jews, presieduta da Lord John Mann, consigliere contro l’antisemitismo del governo laburista di Sir Keir Starmer, e Dame Penny Mordaunt, esponente conservatrice ed ex ministra della Difesa.
Il documento nasce come risposta al forte aumento di attacchi antisemiti registrato dopo le stragi di Hamas del 7 ottobre 2023. Secondo il Community Security Trust, nel 2024 sono stati documentati 3.528 episodi di antisemitismo, il secondo dato annuale più alto mai registrato. «Siamo di fronte a una questione urgente per l’intero Regno Unito» avvertono Mann e Mordaunt, sottolineando come «il 7 ottobre ha portato alla ribalta problemi che già esistevano».
Molti ebrei britannici hanno smesso da tempo di rivolgersi alle istituzioni esterne alla propria comunità. Non si tratta di una sfiducia improvvisa, ma la constatazione che, in molti ambiti, la protezione promessa non si applica a tutti allo stesso modo. Phil Rosenberg, presidente del Board of Deputies, lo riassume così: «Molti settori promuovono forti processi di uguaglianza, diversità e inclusione, che sono molto importanti, ma troppo spesso queste tutele sembrano escludere gli ebrei». E aggiunge: «Per citare il titolo del libro di David Baddiel, troppo spesso sembra che Gli ebrei non contano (Jews Don’t Count)».
Nel rapporto bipartisan viene menzionata la Bbc, invitata, insieme ad altre istituzioni culturali e mediatiche, ad riflettere sul proprio ruolo nella rappresentazione della comunità ebraica. La Commissione sollecita l’emittente pubblica a garantire maggiore equilibrio e consapevolezza nel modo in cui affronta temi legati all’ebraismo, all’antisemitismo e Israele.
Il documento propone poi dieci raccomandazioni operative per affrontare la situazione. Alcune sono definite immediatamente applicabili, come la convocazione di un incontro con i vertici del National Health Service, il servizio sanitario nazionale britannico, per affrontare il problema dell’antisemitismo all’interno del settore. La Commissione parla di una «questione specifica e non risolta» e sollecita l’introduzione di percorsi formativi per tutto il personale sanitario, incentrati sull’antisemitismo contemporaneo.
Uno dei punti più sensibili dell’indagine riguarda la necessità di garantire la neutralità nei servizi pubblici. Vengono citati episodi in cui membri del personale sanitario hanno indossato simboli politici – ad esempio spille con la bandiera palestinese – mentre erano in servizio. Pur sottolineando il diritto alla libertà di espressione, la Commissione sottolinea un dato: «Quando una persona è impiegata per garantire il benessere e la sicurezza degli altri, ha anche il dovere di far sentire tutti in grado di ricevere assistenza».
Nel settore artistico e culturale sono stati registrati casi di esclusione di artisti ebrei da festival ed eventi, in alcuni casi giustificati dagli organizzatori con generici “motivi di opportunità”. Il rapporto sottolinea che il rispetto dei contratti e delle norme antidiscriminatorie dovrebbe essere garantito in ogni circostanza, tanto più quando sono coinvolti fondi pubblici o sponsorizzazioni istituzionali.
In ambito educativo, viene evidenziata l’urgenza di formare gli insegnanti sulle origini storiche e religiose dell’antisemitismo. Viene citatta come esempio virtuoso l’iniziativa avviata dalla diocesi di Winchester, volta a fornire strumenti concreti per riconoscere e prevenire stereotipi antiebraici. Si raccomanda che progetti di questo tipo siano valutati e ampliati a livello nazionale, comprese le scuole confessionali.
In generale, molte delle garanzie previste dalla legge per i gruppi vulnerabili non vengono applicate con la stessa intensità alla comunità ebraica, sottolineano Mann e Mordaunt. Il rischio, si legge nel rapporto, è che la società britannica perda credibilità proprio nei suoi strumenti di tutela e inclusione. «L’antisemitismo è razzismo e deve essere trattato come tale», ha dichiarato Lord Mann in un intervento pubblico. «Nessuno dovrebbe subire abusi o discriminazioni mentre svolge la propria attività, che si tratti di perseguire la carriera scelta o di accedere ai servizi pubblici», ha aggiunto Mordaunt.
Il Board of Deputies ha confermato l’intenzione di utilizzare le raccomandazioni come base per un’azione istituzionale coordinata. «Gli ebrei devono contare quanto chiunque altro» si legge nella nota finale del rapporto. «E ci impegneremo affinché le istituzioni pubbliche siano all’altezza di questo principio».
d.r.
(Nell’immagine, la Marcia contro l’antisemitismo e contro l’odio organizzata a Londra il 26 novembre 2023)