TORINO – Addio ad Alberto Bolaffi, l’ultimo progetto per la sinagoga

Quando passava davanti alla sinagoga di Torino, Alberto Bolaffi notava sempre la mancanza di qualcosa. Sulla facciata, sotto il grande rosone, un tempo c’erano due Tavole della Legge. Erano parte del paesaggio della sua infanzia, fino a quando il bombardamento del 1942 distrusse il Tempio e con esso le piastre di bronzo che ricordavano il Decalogo. La sinagoga fu ricostruita nel primo Dopoguerra, ma delle tavole si perse la traccia. Negli ultimi anni, quel dettaglio era diventato per Bolaffi un progetto da portare a termine: ripristinare ciò che la guerra aveva cancellato. «È sempre stato un generoso benefattore della Comunità ebraica di Torino e le Tavole rappresentavano una delle sue ultime iniziative. Resta il dispiacere di non aver concluso in tempo, ma il progetto è ormai alle fasi finali», commenta a Pagine Ebraiche Dario Disegni, presidente degli ebrei torinesi, esprimendo il cordoglio della Comunità per la morte, a 89 anni, di Bolaffi.
Figlio di Giulio e nipote dell’omonimo fondatore dell’azienda, Alberto Bolaffi è stato una figura di riferimento nel mondo del collezionismo italiano e internazionale. Nato nel 1936, cresciuto tra francobolli, cataloghi e collezionisti, ha ereditato l’impresa di famiglia nel 1961, trasformandola da negozio filatelico a gruppo industriale.
La sua storia familiare è intrecciata con quella del Novecento ebraico italiano. Dopo le leggi razziali, mentre i fratelli emigravano, il padre Giulio rimase in Italia e si unì alla Resistenza con il nome di battaglia «Boni». Dopo la Liberazione fondò La settimana nel mondo, primo settimanale d’informazione del Dopoguerra, da cui nacquero le future pubblicazioni filateliche della Bolaffi. Nel 1946 riaprì il negozio a Torino. Con il figlio Alberto al suo fianco, negli anni Sessanta diede vita a nuovi progetti editoriali, come le riviste Bolaffi Arte e Weekend; promosse il catalogo d’arte moderna, precorrendo i tempi; entrò nel mondo delle aste e in altre iniziative commerciali.«Nel corso degli anni ha coltivato un rapporto molto stretto con la Comunità ebraica. Ho avuto il privilegio di frequentarlo per tanti anni apprezzandone le straordinarie qualità umane, unite a uno spiccato sense of humour», aggiunge Disegni. Il progetto delle Tavole della Legge rappresenta questa attenzione per la sua identità ebraica. A occuparsi della parte storica e tecnica dell’iniziativa è stato Baruch Lampronti, direttore dell’Archivio Ebraico Terracini di Torino. «La documentazione progettuale originale era andata perduta con il bombardamento del ’42. Ma abbiamo ritrovato alcune fotografie d’epoca e una relazione dell’ingegner Giuseppe Guastalla, che descriveva chiaramente le due piastre in bronzo con il Decalogo, collocate sotto il rosone», spiega Lampronti.
Attraverso un’analisi filologica – proporzioni, caratteri, disposizione delle parole – è stato ricostruito il modello originale. «È stato deciso di riprodurle com’erano e dov’erano e abbiamo ricevuto un primo assenso dalla Soprintendenza». Il progetto, affidato a una fonderia specializzata di Vicenza, ha richiesto numerosi passaggi tecnici e autorizzativi, ma oggi è in dirittura d’arrivo. «Avremmo voluto avere Alberto Bolaffi con noi per l’inaugurazione», conclude Dario Disegni. «Ne onoreremo la memoria nel momento in cui quelle Tavole torneranno finalmente al loro posto».
Daniel Reichel
(Foto di Alberto Bolaffi dal sito della Bolaffi 1890)