UNIVERSITÀ – Da Firenze un nuovo boicottaggio Guetta: «Così si isola la scienza»

«Questi boicottaggi nascono da pregiudizi verso Israele e finiscono per danneggiare sia il mondo della cultura che quello della scienza. Isolano invece che aprire il confronto». Dafne Guetta, docente di Fisica all’Università di Ariel, commenta con amarezza la decisione di alcuni dipartimenti dell’Università di Firenze di sospendere i rapporti con diversi atenei israeliani. Nel mirino sono finiti, tra gli altri, l’Università Ben-Gurion, l’Università di Tel Aviv e proprio Ariel, dove Guetta insegna e conduce ricerche d’avanguardia in fisica delle alte energie.
«E pensare che proprio da Firenze era partito un nuovo dialogo stavamo lavorando a un accordo con la Facoltà di Medicina. Avevamo già fatto un incontro online tra i due dipartimenti, con grande entusiasmo da entrambe le parti», spiega Guetta. Ariel è all’avanguardia in alcune tecnologie mediche e i laboratori di simulazione interessavano molto alla controparte fiorentina. «Anche diversi studenti israeliani di medicina a Firenze avevano espresso il desiderio di fare un semestre ad Ariel. Ma tutto è stato sospeso, anche se in questo caso per motivi di sicurezza, non per boicottaggio. Purtroppo il risultato non cambia».
Guetta si è già scontrata con gli effetti del boicottaggio accademico. In seguito allo scoppio della guerra a Gaza, è stata esclusa da una collaborazione scientifica internazionale nel campo della fisica dei neutrini. «Ero parte attiva del progetto KM3NeT, una collaborazione europea importante. Poco dopo l’inizio del conflitto, sono stata estromessa. È un esempio di quanto le tensioni politiche possano interferire direttamente con la ricerca e la vita professionale dei ricercatori».
Anche nella comunità scientifica italiana, il clima è teso. «Faccio parte dell’INAF, l’Istituto Nazionale di Astrofisica, e vedo con sgomento gli scambi interni. Si parla apertamente di boicottaggio e c’è poca disponibilità al dialogo».
Un clima simile si registra anche in altre città italiane. A Torino, il Consiglio comunale ha recentemente approvato una mozione che impegna l’amministrazione a sospendere l’avvio di nuove collaborazioni o relazioni con il governo israeliano. Una decisione che ha suscitato la preoccupazione della Comunità ebraica locale, che nei giorni precedenti aveva sollecitato il sindaco Stefano Lo Russo a intervenire riguardo piazza Castello, da settimane occupata senza autorizzazione da gruppi pro palestinesi tra bandiere e slogan contro Israele.
«Si sa poco di cosa accade qui, sento soprattutto tanta retorica», osserva Guetta. Pochi sanno, ad esempio, che l’Università di Ariel è frequentata anche da numerosi studenti arabo israeliani. «Il 30% dei nostri studenti è arabo. E nella sezione di ingegneria edile, dove insegno Fisica, la percentuale tocca il 60. Anche tra i docenti ci sono colleghi arabi. La convivenza è reale e quotidiana».
Nonostante i boicottaggi annunciati, le collaborazioni tra Italia e Israele in ambito accademico non si sono fermate ovunque. E Guetta chiude con un esempio concreto: «Il dottorato congiunto che porto avanti con La Sapienza continua. La collega con cui collaboro ha scelto di non fermarsi, e anche il Dipartimento di Fisica non ha imposto alcun veto. È la dimostrazione che si può andare oltre le contrapposizioni ideologiche».
d.r.
(Nella foto, la sede del rettorato dell’Università di Firenze)