UCEI – A Taranto nasce nuova Sezione di Comunità

A Taranto c’è una storia ebraica, antica e moderna, «tutta da scoprire», racconta Eugenia Curiel Demattei, israeliana di origine e da oltre quarant’anni residente nella città ionica. Una storia fatta di tracce millenarie e di iniziative recenti, nate dal basso, tra lezioni di ebraico, giornate della cultura, incontri commemorativi. Una storia che oggi si arricchisce di un nuovo capitolo: la nascita ufficiale della Sezione ebraica di Taranto, riconosciuta dalla Comunità ebraica di Napoli ai sensi dell’articolo 4-bis dello Statuto dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI).
Il Consiglio della Comunità di Napoli ha approvato all’unanimità la delibera istitutiva nella tarda serata del 25 luglio 2025. A guidare questa nuova realtà è proprio Curiel Demattei, nominata delegata della Sezione. «Ho iniziato qui anni fa con corsi gratuiti di ebraico, accompagnando chi cercava la propria identità. Ora finalmente esiste un riferimento stabile, riconosciuto, che può accogliere e far crescere questa piccola ma viva presenza ebraica. In questi anni, il professor Guido Regina è stato un riferimento fondamentale per organizzare eventi con l’associazione Italia Israele che presiede a Bari», commenta a Pagine Ebraiche.
Esprime soddisfazione anche Giulio Disegni, vicepresidente dell’Ucei: «È un passo ulteriore per l’Ucei nel rafforzare i presìdi dell’ebraismo nel Sud Italia, dove l’interesse per il mondo ebraico cresce in modo costante». La Sezione di Taranto si affianca a quelle già attive a San Nicandro, Trani, Palmi, Catania e Palermo, nell’ambito di un più ampio lavoro di mappatura e sostegno delle realtà ebraiche meridionali.
A Taranto e nei comuni limitrofi, prosegue Disegni, «vivono da tempo ebrei, alcuni di origine israeliana o straniera. Partecipano spesso a iniziative organizzate per le festività ebraiche o promosse a livello nazionale, come la Giornata della Cultura ebraica. Con questa Sezione vogliamo dare continuità e struttura, offrire servizi, organizzare corsi e momenti di incontro. E le prospettive sono incoraggianti, grazie anche alla presenza di alcune famiglie con bambini», sottolinea il vicepresidente Ucei.
«Sappiamo che ci sono bambini nel territorio, e il nostro rabbino capo, Cesare Moscati, potrà avviare lezioni per loro e per gli adulti. Ma accanto all’aspetto religioso vogliamo costruire anche occasioni culturali, concerti, conferenze. Lavoreremo tutti insieme», aggiunge Lydia Schapirer, presidente della Comunità ebraica di Napoli. Per lei la Sezione di Taranto, rappresenta «una nuova nascita, in seno alla nostra Comunità, molto importante. È fondamentale che il Sud sia sempre più presidiato».
Taranto è parte della storia dell’ebraismo italiano. La città vanta una delle presenze ebraiche più antiche della Penisola, risalente – secondo alcune fonti – al I secolo e.v., con gli esuli giunti da Gerusalemme dopo la distruzione del Tempio. Tra il IV e il X secolo, Taranto fu sede di una comunità vivace, testimoniata da 26 epigrafi funerarie in ebraico, greco e latino, rinvenute nell’area di Montedoro e oggi conservate al Museo Archeologico Nazionale MArTA, che ospita anche una mostra permanente sul tema. «C’è ancora tanto da riscoprire», ribadisce Curiel Demattei, «dalla zona dell’Orologio, dove si pensa ci fosse un centro ebraico, a recenti scoperte archeologiche sotterranee. E poi il ruolo del porto di Taranto nel Dopoguerra: da qui partirono migliaia di sopravvissuti alla Shoah verso la Palestina, durante l’Aliyah Bet».
E non solo. Taranto fu anche protagonista di un momento cruciale nel 1944, durante la Seconda Guerra Mondiale: lo sbarco della Brigata Ebraica (nell’immagine). «L’anno scorso avevo quasi completato l’organizzazione di un evento per commemorarne gli 80 anni. Sbarcarono in 5.000, provenienti da Alessandria d’Egitto. Ho trovato le foto di quell’evento per caso a Yad Vashem e ho parlato con l’Ammiragliato e con le autorità locali». Quella memoria ha anche un significato personale: «Tra le fila della Brigata Ebraica che sbarcò a Taranto c’era un caro amico di mio padre, Tinter, allora soldato inglese che ho rincontrato anni dopo».
L’idea è rilanciare, appena possibile, quel progetto e realizzare un evento pubblico per ricordare lo sbarco, magari nel Castello Aragonese, proprio accanto al punto di approdo della Brigata. Sarebbe un messaggio forte, prosegue la delegata di Taranto, per richiamare gli intrecci tra la città e il mondo ebraico.
Intanto si lavora al presente con in cantiere corsi di ebraico in presenza, grazie alla disponibilità di alcuni locali. E «già immagino una prima festa comunitaria condivisa, forse per Sukkot», conclude Curiel Demattei. «Lavoreremo assieme a Eugenia per portare diverse iniziative per le feste. Abbiamo già ricevuto alcune domande di iscrizione alla Sezione e speriamo il numero aumenti», aggiunge rav Moscati.«I numeri sono piccoli, ma è incoraggiante vedere nascere questi nuclei», prosegue il rabbino capo di Napoli. «È una grande soddisfazione per tutti e dimostra che l’ebraismo nel Sud è vivo e vuole crescere».
d.r.