DIPLOMA UCEI – Dalle cronache di famiglia a re Artù, l’ebraico medievale con Michael Ryzhik

«Leggere anche solo un brano breve in ebraico medievale vale più che leggere centinaia di pagine in traduzione». Parte da questi presupposti il filologo e linguista Michael Ryzhik per spiegare il suo corso rivolto agli studenti del secondo e terzo anno del Diploma Universitario Triennale in Studi Ebraici dell’Ucei, in collaborazione con il Collegio Rabbinico Italiano. Docente alla Bar-Ilan University, già direttore del Dipartimento di Lingua ebraica e di lingue semitiche, Ryzhik è tra i maggiori esperti di ebraico mishnico, giudeo-italiano e testi liturgici della tradizione ebraica italiana.
Il corso è, spiega il linguista israeliano, un percorso filologico e testuale, più che grammaticale, incentrato sull’incontro diretto con le fonti. «Per me è fondamentale che gli studenti imparino prima di tutto a leggere i testi. Non basta studiare la lingua in astratto: bisogna incontrarla nei testi, nella pratica», spiega il professore a Pagine Ebraiche. Si leggeranno testi ebraici medievali, soprattutto manoscritti italiani, scelti anche in base alla loro accessibilità e alla varietà linguistica: tra questi, Ryzhik cita un testo scritto a Benevento intorno all’850, brani dal Sefer Yosiffon – cronaca storica ebraica medievale ispirata a Flavio Giuseppe – la Meghillat Ahimaaz, una cronaca che documenta le vicende di una famiglia ebraica italiana, gli scritti scientifici del medico Shabbetai Donnolo, memorie private e riferimenti genealogici. Tra i testi meno noti, ma di grande valore documentario, Ryzhik segnala anche una traduzione ebraica medievale della leggenda della Tavola Rotonda e la traduzione di un trattato di medicina veterinaria sui cavalli realizzata da un ebreo siciliano durante la prigionia sotto Federico II: «Il primo libro del genere scritto da un ebreo. Esiste solo un manoscritto».
Il corso è parte dell’offerta del Diploma Universitario Triennale in Studi Ebraici, intitolato alla memoria di Renzo Gattegna z.l., che proprio quest’anno celebra i suoi venticinque anni di attività. Nato nel 2000 come diramazione del Collegio Rabbinico Italiano, è oggi diretto dal rabbino Riccardo Di Segni e coordinato da Myriam Silvera. Un’offerta formativa che guarda alla lingua come chiave d’accesso alla cultura e alla storia ebraica. «La letteratura ebraica medievale italiana è molto ricca e ci sono centinaia di testi, migliaia di manoscritti», ricorda Ryzhik. «Non disperderla è un dovere. Dopo troppi eventi tragici, è importante mantenere vivo questo patrimonio della storia ebraica attraverso lo studio».

d.r.

(Nell’immagine, il Sefer Yosippon, illustrazione da Brockhaus and Efron Jewish Encyclopedia)