MEMORIA – In bici da Vicenza ad Auschwitz per ricordare l’eroismo dei Fraccon, padre e figlio partigiani

Partiranno il 12 agosto da Vicenza in bicicletta, con destinazione Auschwitz. Mille e trecento chilometri sulle strade d’Europa per onorare la memoria di Torquato e Franco Fraccon, padre e figlio partigiani cattolici, onorati da Yad Vashem, deportati e uccisi nei lager nazisti nel 1945. A compiere questo viaggio saranno Lucia Farina, nipote dei Fraccon, il marito Antonino Stinà, Paolo Massignan (figlio di Luigi “Gino” Massignan, compagno di prigionia dei Fraccon) e Meme Pandin. Un percorso attraverso confini, storie famigliari e luoghi della memoria, per ricordare e far conoscere alle nuove generazioni ciò che accadde e chi decise di non voltarsi dall’altra parte.
Il progetto, intitolato “1945–2025. 80 Memoria: Vicenza – Mauthausen – Auschwitz”, si inserisce nelle iniziative per l’80° anniversario della Liberazione ed è patrocinato dai Comuni di Vicenza e Venezia e dalla Comunità ebraica di Venezia. I protagonisti hanno presentato l’iniziativa al Liceo Stefanini di Mestre, dove un albero nel giardino dell’istituto ricorda proprio Torquato Fraccon.
«Abbiamo accolto con molto piacere questa iniziativa», sottolinea a Pagine Ebraiche Paolo Navarro Dina, vicepresidente della Comunità ebraica di Venezia. «In un momento come questo, con l’aumento di episodi di antisemitismo in Italia, dare un segnale sull’esercizio della memoria è fondamentale. Abbiamo aderito alla proposta con convinzione perché è necessario, oggi, far capire cosa significano questi 80 anni dalla Liberazione. Serve mantenere viva la lezione della lotta per la libertà e contro ogni forma di antisemitismo e di odio».
Il viaggio inizierà dalla casa dei Fraccon, in via dei Templari, nel quartiere Commenda di Vicenza. Prima tappa sarà il carcere di San Biagio, dove Torquato, Franco, la madre e le sorelle furono reclusi. Da lì si i quattro ciclisti proseguiranno verso il centro storico, davanti a Palazzo Leone Montanari, dove si trovano due pietre d’inciampo dedicate a padre e figlio Fraccon. L’itinerario si concluderà poi con una tappa il 20 agosto al memoriale di Mauthausen e poi con l’arrivo, il 27 agosto, ad Auschwitz-Birkenau.
L’eroismo di padre e figlioTorquato Fraccon, nato nel 1887 a Pontecchio Polesine, fu un cattolico impegnato, fin da giovane vicino all’Azione Cattolica e al movimento democratico cristiano. Dopo la Prima guerra mondiale lavorò alla Banca Cattolica del Veneto. Non nascose mai il proprio dissenso verso il fascismo: fu aggredito, sorvegliato, intimidito. Dopo l’8 settembre 1943 entrò nella rete della resistenza vicentina. Organizzò fughe verso la Svizzera, fornì documenti falsi a perseguitati politici, ebrei e prigionieri alleati. Tra le persone che aiutò a trovare rifugio nella Confederazione elvetica, ci fu il professor Giulio Reichenbach, docente universitario ebreo, che riuscì a fuggire con la famiglia nel dicembre 1943.
Nel gennaio 1944 Torquato fu arrestato un prima volta con il figlio Franco, diciottenne. Furono rilasciati entrambi dopo interrogatori e torture, ma nell’ottobre dello stesso anno vennero nuovamente catturati, insieme alla moglie e alle figlie. Detenuti a Padova, padre e figlio non cedettero e non raccontarono nulla della rete di Resistenza di cui facevano parte. Furono deportati a Mauthausen, dove Franco fu assassinato nel marzo del 1945. Il padre Torquato morì l’8 maggio, tre giorni dopo la liberazione del campo. Entrambi furono insigniti della Medaglia d’Argento al Valor Militare alla memoria. Nel 1955 l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane assegnò loro una medaglia d’oro al merito. Nel 1978 Yad Vashem riconobbe Torquato Fraccon come Giusto tra le Nazioni.
Il significato del viaggio
Durante la conferenza stampa, la presidente del Consiglio comunale di Venezia, Ermelinda Damiano, ha sottolineato il valore civile del progetto: «Questo viaggio ha unito due città e sarà la testimonianza concreta dell’impegno di tutti noi per tenere viva la memoria. È un’esperienza che parla di una famiglia che ha scelto di non voltarsi dall’altra parte. I Fraccon hanno aiutato perseguitati, salvato vite, agito in nome della giustizia. E oggi tutto questo viene riportato all’attenzione dei giovani, proprio qui, in una scuola, luogo di educazione e responsabilità».