LA LETTERA APERTA – Da Elisa Bassan «a chi ne scrive troppe»

Caro ebreo/a di sinistra italiano progressista,
lo so, lo sappiamo tutti, che sei stato varie volte in Israele, che sei laureato, che leggi tanto e che ti consideri a tal punto erudito da autodefinirti “intellettuale”.
Non voglio scomodare considerazioni e terminologie psicoanalitiche quali “autolesionismi” e “self-haters”, ma di fronte all’ennesima petizione antisraeliana viene spontaneo chiedersi “perché?”.
Ti senti solo? Ti guardano male sul luogo di lavoro? Pensi che sia tuo preciso dovere morale fare sapere a tutti come la pensi? Speri di venire accettato e guardato con occhi più benevoli dai tuoi amici e colleghi non ebrei di sinistra se prendi pubblicamente le distanze dalle scelte politiche israeliane?
Se domani mattina (o fra dieci anni) prendesse il potere quella variopinta masnada di politici più o meno di sinistra e a tal punto ciecamente propal da definire “Resistenti” i tagliagole di Hamas, e se la vita in Italia per gli ebrei divenisse intollerabile e insostenibile, dove andresti a vivere?
Io spero sinceramente che Israele abbia la forza di revocare la Legge del Ritorno per gente come te. Non è giusto che i cittadini israeliani contribuiscano ad alleggerire le difficoltà dell’aliyah a persone che hanno ritenuto loro preciso dovere sputare nel piatto dove in futuro chiederanno di mangiare.
Spero che, coerentemente, tu scelga di emigrare in Francia o in Inghilterra e mi auguro infine che tu la smetta di sbandierare vicinanza a Israele salvo poi non rinunciare mai a firmare petizioni e proclami inutili che, come unico risultato, fanno aumentare l’antisemitismo e illudono i goyim che esistano gli Ebrei Buoni-Firmatari e i Cattivi-Sionisti.
Elisa Bassan